giovedì 15 settembre 2011

Dissi al Padre celeste che se mi avesse lasciato viva Lo avrei seguito...

            Stavo ai giardini pubblici con un gruppo di amici  cercando, con il loro affetto, di rimuovere  le mie paure ed angosce.  Sentivo la mia vita scorrere via come la sabbia  da un  pugno chiuso. Il Signore ancora una volta mi parlava come Colui che dona la vita e se la può riprendere quando vuole, spesso senza preavviso; in questo caso dove mi sarei trovata?
           Sempre mentalmente, credo anche seccata, risposi al mio Creatore che solo la paura di una eterna dannazione poteva farmi accettare la sua signoria. Intanto il mio malessere cresceva, tanto da farmi dubitare di rientrare a casa viva. Mi ritornarono alla mente le parole che mia madre tante volte aveva rivolto a noi figli: «  il Signore vi ha donati a me e me a voi, come compagni di viaggio in questa vita terrena, Egli può riprendere ciascuno di voi quando vuole e mi sentirò di ringraziarlo per tutto il tempo che vi avrò avuto... l'unica cosa che mi darà dolore è il sapervi immersi in un eterno dolore .»
         Dissi al Padre celeste che se mi avesse lasciato viva Lo avrei seguito, più per paura che per amore, perché l'inferno mi terrorizzava, promisi inoltre di leggere per conoscerlo meglio. Il credere alla vita oltre la morte, al premio o alla condanna eterna, era per Lui, per il momento sufficiente, un punto di partenza, e, per quanto strana, accettò la mia preghiera rabbiosa .
        Tuttavia temendo che la morte potesse ancora colpirmi, cercai mia sorella perché riferisse a mia madre, in caso fossi morta, che tutto era a posto con Dio.  Rientrata a casa, con l'arroganza tipica dei giovani, visto che non ero morta e stavo decisamente meglio, preferii  non dire  niente a mia madre, ma il Signore intimamente mi ricordava l'accordo tra noi, così le raccontai l’accaduto ed iniziai a leggere la Bibbia.    
         Scoprii, con grande difficoltà e gioia nel contempo, che Quella Parola mi parlava, in particolare un versetto mi diede tanto coraggio liberandomi all'istante dalla paura della morte eterna; esso si trova nella lettera ai Romani, capitolo otto versetto uno: ”Non c'è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù”. Questo è stato il mio primo incontro e l'inizio del mio cammino con il mio Salvatore. Non sempre questo viaggio è stato in prima classe, come del resto si può leggere di tutti i servitori di Dio, ma ciò che conta è la fiducia dei suoi figli, in tutto quello che Egli ci dice.

II Parte       Nel mio cuore di bimba m’illudevo, sconvolgendo ancor di più la mia mente, che avrei potuto evitare la tragedia di mio padre e da quel momento in poi l’emozioni e i pensieri si sono deformati, creandomi un grande senso di colpa e di frustrazione.
Come un sasso buttato in uno stagno produce in superficie dei cerchi che si allargano  sempre più e sul fondo intorbidiscono l’acqua, prima apparentemente limpida, così nel tempo le paure andavano dilatandosi fino a diventare mostri.
       Se non giunsi a togliermi la vita è perché il Signore ogni volta mi fermava o facendomi ricordare il dolore provato dalla nostra famiglia per quell’evento drammatico o mostrandomi attraverso varie reti d’informazione i risultati mal riusciti di suicidi falliti.
       Era una continua lotta, delle voci interiori mi ripetevano: « non vali niente,  nessuno ti ama, sei un peso per te e per gli  altri, tanto valeva che la fai finita», il Signore invece mi parlava riconfermando il Suo amore: « Tu sei preziosa agli occhi miei e Io ti amo», « Sono morto per te.»,  «Siediti e aspetta, i tempi di Dio non sono i tuoi tempi ».Ero così stanca! Solo i farmaci in alcuni casi riuscivano a soffocare quei discorsi interiori, lasciandomi completamente vuota e priva di qualsiasi interesse.
        Dopo vari anni, quando ero già assuefatta ai medicinali, si aggiunsero infine anche allucinazioni mentali e visive, vedevo corpi straziati come se fossi all’interno d’un film d’orrore e non potessi in alcun modo uscirne. La notte, vagavo come un fantasma da una stanza all’altra, per accertarmi che i miei cari fossero vivi, ne spiavo il respiro e in alcuni casi li svegliavo quando mi sembrava che questo fosse eccessivamente leggero diventando di conseguenza un incubo per la mia famiglia.
      Eppure Qualcosa o meglio Qualcuno mi portava ad una semi lucidità ripetendomi:  « Ciò che vivi non è reale è solo immaginazione, non credere a ciò che senti o vedi.» Queste confusione mentale si aggravava di giorno in giorno, finché io stessa mi resi conto che era necessario un ricovero.
    Accertarono la gravità del mio stato e fui subito ricoverata, mi tolsero ogni cosa, per il mio bene, lasciandomi, dietro mia richiesta, le mie tre Bibbie. Fui bombardata di medicinali perdendo così anche il rifugio di quei versetti della Parola del Signore che per tanti anni mi avevano dato consolazione e speranza, luce nelle tenebre.
      Pure la Sua presenza penetrava  tutto il mio essere. A volte il terrore mi assaliva anche lì e sotto suggerimento di alcuni fratelli leggevo il Salmo 91, che mi procurava tanta serenità e fiducia in Dio, fiducia e serenità che trasmettevo anche ad altri malati ripetendo il Salmo ad alta voce. “ … LA SUA FEDELTA’ TI SARA’ SCUDO E CORAZZA …” Ho ricevuto negli anni consolazione e guida nella battaglia contro i miei giganti dall’ascolto di meditazioni bibliche e canti  del fratello missionario Scott Alan, in particolare “Canto della battaglia” 
        Questo è il testo :
 Quando senti nel sangue il freddo e la paura, quando la guerra ti chiama per nome con voce oscura fammi guidarti contro nemici che l'occhio non vede. Guarda in alto a Me nel momento che inciampa la fede. Quando il drago ti avvolge il cuore e stringe la presa, ricordati bene sono Io la Tua difesa. Le battaglie sia fuori che dentro non saranno rovina perché la guerra è Mia e la tua armatura è divina. In mezzo al fuoco e fumo, le frecce e sangue, Chiamami, sarò lì accanto a te. Ti sono scudo e spada, celeste armata, e sarò lì con te. Appoggiati a Me nel timore e scompiglio; fa di Me un rifugio, il tuo nascondiglio. Io sarò lì con te. Io sarò lì per te. Non dubitare di notte, verità conosciute di giorno! Sono Io il Guerriero maestoso, e presto ritorno. Perciò dammi le lacrime tue e aggrappati a Me! E alla fine del combattimento tornerò per te.

        A tutt’oggi prendo i farmaci e forse dovrò servirmene tutta la vita, ma ringrazio il Signore per tanti momenti di serenità che mi sta donando. Egli mi ha insegnato tante cose nel dolore, oggi sto sperimentando una cosa nuova. Ho sentito come Elia una voce: «Va' fuori e fermati sul monte, davanti al Signore ». E il Signore passò. Un vento forte, impetuoso, schiantava i monti e spezzava le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. E, dopo il vento, un terremoto; ma il Signore non era nel terremoto. Dopo  il terremoto, un fuoco; ma il SIGNORE non era nel fuoco.            
      Dopo  il fuoco, un suono dolce e sommesso.  1Re 19:11-12. La misericordia del Mio Salvatore è un balsamo al mio cuore.  Ho dentro di me un mare di parole che vorrebbero venir fuori per lodarlo e ringraziarlo, ma purtroppo non mi riesce di esprimerle appieno. Comunque le nostre battaglie sono quotidiane,  ma sempre in base alle forze che Egli ci dà, offrendoci, ogni volta,  una via per uscirne..
                                                                                                                                         S. L.

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