mercoledì 21 settembre 2011

E' meglio ubbidire a Dio piuttosto che agli uomini”.

       Se poteste ascoltarmi, non avrei bisogno di dirvi dove sono nato, infatti, per quanto abiti nella città di Sassari da tanti anni, la mia voce, il mio carattere gioioso, tradiscono le mio origini napoletane, di cui sono fiero.
                                     LA MIA TESTIMONIANZA
 Al mio rientro a casa, mia nipotina mi corse incontro, il mio cuore traboccò d’amore nel stringerla a me. Da quando le mie figlie si erano sposate, la mia abitazione sembrava vuota, ma, grazie al Signore, di tanto in tanto venivano a trovarci con i loro piccoli tesori e la casa risuonava ancora delle loro allegre risate. Mi trovai a pensare al matrimonio della figlia più piccola, l’ultima che aveva lasciato il nido e quasi senza volerlo mi trovai a ripensare a quanto diverso era stato il mio.    Come la maggioranza degli Italiani, anche la mia famiglia era estremamente religiosa, di quella religiosità mista a superstizione ed idolatria, propria della chiesa di Roma; ricordo ancora, in modo vivissimo, il saio marrone fattomi indossare da mia madre, per mantenere il voto fatto a San Ciro, per una presunta guarigione dovuta al suo santo intervento e il lungo percorso a piedi fatto da Napoli a Portici, nonostante la mia giovane età, ero ancora un bambino. Purtroppo si era completamente all’oscuro della Verità, ignorandone anche i più semplici elementi.  Crescendo, cominciai a riflettere sul perché fossero necessari così tanti intermediari per raggiungere Dio, visto che essendo Onnipotente, Onnipossente e Onnisciente, Egli solo era in grado di poterci capire ed esaudire ascoltando in ogni luogo le nostre suppliche, mentre gli uomini, né da vivi né, tanto meno da morti possono farlo. Così, quasi da subito, preferii rivolgere le mie preghiere solo a Dio e a Gesù, che come in seguito ebbi modo di leggere nella prima lettera a Timoteo é  l’unico Mediatore tra Dio e gli uomini. Purtroppo, a quel tempo, non conoscevo la Parola di Dio, così il mio modo d’agire non era regolato da questo Libro sacro. Come tutti i giovani, la mia prorompente esuberanza mi portava a compiere degli errori, che per me erano invece normali modi d’agire. M’innamorai di una giovane e dopo qualche tempo iniziammo a programmare  la nostra futura vita assieme, coronata da un incantevole matrimonio, soprattutto per la mia sposa. Intanto, per ragioni di lavoro, venni per qualche tempo nella città di Sassari, dove incontrai un giovane, egli riponeva la sua completa fiducia nella Parola di Dio e nell’opera compiuta da Gesù sulla croce e si definiva cristiano evangelico.  Pensai che al giorno d’oggi ognuno ha un proprio modo di credere, “chissà dove saremo arrivati con tutte queste strani modi di pensare”.  Egli mi parlò della Bibbia, mi chiese se ne conoscevo il contenuto e alla mia risposta negativa mi propose di leggerla ed io accettai, chiedendogli di procurarmene una. Qualche tempo dopo me la consegnò ed io iniziai a rifletterci sopra, senza tuttavia averla molto chiara. Quando ebbi modo d’incontrarlo successivamente, il mio amico m’invitò in una sala dove i credenti si riunivano per fare degli studi biblici, in questo modo, di volta in volta, sia da solo che leggendo con altre persone che con l’aiuto del Signore capivano la Parola di Dio, ebbi modo di conoscere sempre più il mio Creatore o meglio Egli si fece conoscere ogni giorno di più da me. Con la lettura delle Sacre Scritture, il castello di carte su cui basava la mia fede, frutto di favole profane, crollò. Scoprii che “la salvezza é un dono di Dio, non dipende dai nostri sforzi” e quindi tutta la marea di santi conosciuta prima non poteva gloriarsi di un regalo ricevuto immeritatamente e che i veri giusti, tutti quelli hanno accattato il sacrificio di Gesù, si sentono indegni di una così immeritata grazia e sono del continuo riconoscenti al Signore. Anch’io accettai, quell’espressione così grande dell’amore di Dio, ma purtroppo, a quel tempo, ero all’oscuro di tante cose che il nostro Padre celeste vuole dai suoi figli. Ritornato a Napoli, parlai con la mia fidanzata dell’amore così grande che il Signore ha verso ciascun uomo, nella speranza che anche lei accettasse per sé il Sacrificio compiuto da Gesù sulla croce per pagare il prezzo dei nostri peccati, ma forse era troppo presto e le era necessario più tempo. Nel frattempo, avevo già fissato la data delle nozze, pensando che fosse sufficiente che io non credessi a quella cerimonia fatta in una chiesa di mura morte, e che, non essendo coinvolto in prima persona, potessi giungere tuttavia a un compromesso accontentando sia la mia fidanzata che i nostri familiari. Ma il Signore non la pensava allo stesso modo, così scoprii leggendo la seconda lettera ai Corinzi che Egli non ama i matrimoni tra chi vuole servirLO e chi invece no, perché inevitabilmente nascerebbero dei contrasti tra due volontà diametralmente diverse, infatti chi ama Dio si preoccupa maggiormente del regno dei cieli, chi non lo conosce, si preoccupa esclusivamente di questa vita terrena. Dopo questa scoperta ebbi una profonda lotta interiore, alla fine presi la decisione più drastica ma senza dubbio la più giusta: parlai con la mia fidanzata di quanto il Signore voleva da ogni Suo figlio e la informai della mia risoluzione di voler rompere la nostra relazione, perché il mio solo desiderio era ed é, quello di fare la volontà del Padre celeste. Non so se fu per il suo grande amore per me o per il suo Salvatore che la mia fidanzata decise a sua volta di voler seguire la volontà di Dio; certo é che tutti i nostri famigliari, in men che non si dica ci furono tutti contro, chi con minacce, chi con amore, ci suggeriva di fare comunque il matrimonio nella chiesa che ci aveva visti nascere. Le frasi più comuni erano: <<perché ci date questo dispiacere>>, oppure : <<perché volete perdere tutti i regali di nozze, sposatevi nella nostra chiesa e pazienza se non ci credete, in seguito farete come volete voi>>;  infine, visto ch’eravamo irremovibili ci minacciarono di non venire alle nozze, ma neppure questa minaccia ci poté dissuadere, sapevo bene che “é meglio ubbidire a Dio piuttosto che agli uomini”. I miei suoceri non vennero alle nozze, come avevano minacciato e furono tantissimi coloro che non ci fecero i loro doni. Il matrimonio non fu come la mia fidanzata aveva sognato e certo soffrì moltissimo per l’assenza dei suoi cari, ma rimase fedele a quanto il Signore voleva da lei.  Con i nostri pochi averi, ma ricchi dell’amore di Gesù ci trasferimmo nella città di Sassari. Qui conoscemmo due missionari, Klaus ed Evangelina, persone che amano profondamente il Signore, essi ci aiutarono veramente tanto nella nostra crescita spirituale e nei loro confronti sentiamo una profonda gratitudine. Da allora é passato molto tempo, i problemi nella nostra vita non sono mancati, ma il Signore ha benedetto grandemente la mia famiglia. Le mie figlie, tutte credenti, hanno sposato dei fratelli in Cristo in un’atmosfera di serenità e di pace che noi purtroppo non potemmo avere. Oggi prego il mio Salvatore che porti ad una fede più profonda in Lui anche gli altri due figli maschi. Sono riconoscente al Signore per tutte le Sue benedizioni che Egli mi ha elargito in tutti questi anni, riconosco che senza il Suo Sacrificio sulla croce, nessuno é in grado di raggiungere il cielo e vorrei che questa mia testimonianza inducesse chi legge a riflettere e a controllare se gli insegnamenti ricevuti corrispondano a ciò che Dio vuole da loro. Che la grazia del Signore sia con tutti voi.
Gesù morì per tutti, affinché quelli che vivono, non vivano più per loro stessi, ma per Colui che é morto e risorto per loro.
                       Raffaele Neri



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