giovedì 8 settembre 2011

Il mio passato mi scorreva davanti agli occhi come un film, con le sue ombre, le sue macchie e le sue luci.

G.G.
Si trova là, sulla montagna, al bordo del bosco; una pista tagliata attraverso gli alberi permette di contemplare le alpi, i pascoli alpini ed il bosco. E quella... quella è la mia panchina.



Già dalla mia giovane età, mi rifugiavo spesso qui e mi sedevo sulla mia panchina. Il corso degli anni l'ha logorata. Un falegname l'ha riparata, ma resta sempre la mia panchina.Ritornandovi l'altro ieri, mi è sembrato di sfogliare le pagine del mio passato. Ma che ricordi!? Un ritorno al passato ed alle sofferenze per riparare gli errori commessi, tristezza o frustrazione?Ritorno alla nostalgia, per assaporare l'immagine ormai sbiadita dei vecchi bei tempi, nei quali si viveva senza porsi tante titubanti questioni o dolorose revisioni della vita passata.
No! Non è per questo sterile esercizio che ritorno alla mia panchina. D'altronte la vita è costellata di errori dovuti alla fragilità umana.  
Ero quindi là seduto sulla mia panchina. Momenti di grande pace. Nella mia solitudine Dio mi era molto vicino. Potevo aprirgli il mio cuore. Egli mi ascoltava. Sì, Sono certo che Dio mi ascoltava.
Cosa gli dicevo? "Grazie, grazie perla vita, con tutte le cose belle e brutte che mi ha portato. Grazie soprattutto per il tuo perdono, la tua pazienza, illimitata, la tua misericordia che non mi ha mai abbandonato.
Il mio passato mi scorreva davanti agli occhi come un film, con le sue ombre, le sue macchie e le sue luci. Sono rimasto un'ora intera sulla mia vecchia panchina. Alzavo lo sguardo e mi chiedevo con quale genialità Dio avesse inciso le alpi all'orizzonte. Ovunque intorno a me, la natura sembrava traboccasse di bellezza. Ed è Dio che ha creato ciò. Il mio eterno Padre, il mio amico fedele che ha camminato al mio fianco attraverso tutti questi anni. Egli mi ha protetto, aiutato, rincuorato nelle diverse fasi della mia vita, ed io so che Egli mi attende un giorno presso di sé in un meraviglioso cielo al di là di questo cielo visibile. All'improvviso fui strappato ai miei pensieri, dal rumore provocato da passi sulle foglie morte. Un ragazzino dall'aria birichina mi passava davanti. La mano nella mano della mamma, gli occhietti vispi. Il suo sguardo era tanto chiaro che mi sembrava di leggervi una domanda: "Sei completamente solo?"
E nel mio cuore gli risposi: "Sì... vale a dire no... Sono solo ma non realmente solo. Ti spiego il perché. Vedi, io ho un grande amico; ho fatto la sua conoscenza molti anni orsono. Egli mi conosce bene e mi ama in modo particolare; addirittura so che Egli mi amerà sempre, poiché Egli stesso me lo ha detto. Inoltre mi aspetta, poiché mi ha invitato presso di sé. Lui ha una casa molto bella!" Il mio piccolo ragazzino era ormai sparito dietro la curva del viale. Il giorno cominciava a cedere alle ombre del tramonto. Una indescrivibile dolcezza riempì l'aria fresca, inondando anche il mio cuore.   Era giunto il momento di ridiscendere a valle, per ritornare al mio vecchio alloggio. Questo luogo provvisorio che il mio grande amico mi ha concesso per un tempo. Mi voltai indietro per dire arrivederci alla mia panchina.
"No, io non sono solo e non sarò mai solo. Inoltre aspetto la primavera, una primavera che non avrà mai fine."

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