sabato 16 luglio 2011

Che le mie parole che avete letto siano di conforto per le molte sofferenze che avete sostenuto in passato.

ELIO LAZZARINI DOPO L'ESPERIENZA DELLA GUERRA RACCONTA :

Appena ritornato a casa, mi diedi da fare per procurarmi i documenti necessari per accelerare il mio congedo. Purtroppo Trieste viveva ancora nel caos. Gran parte della Venezia Giulia e dell`Istria era stato dichiarato Territorio Libero , sotto controllo alleato. Quindi ero in uno stato estero. Molti uffici erano chiusi. Dovevo scegliere tra il rimanere, o ritornare al servizio militare, aspettando che mi congedassero. Cio' avrebbe significato che il mio ritorno alla vita civile non avrei trovato lavoro, altri congedati avrebbero occupato quei pochi posti vacanti. Vi era miseria a Trieste, la gente scioperava, il piu' delle volte, per motivi politici. Alcuni amici e conoscenti mi consigliarono di rimanere. Infatti il governo Italiano non aveva nessuna giurisdizione nella nostra zona. Anche il mio stato di salute stava cedendo. La mia testa era come una mulinello. durante gli anni di guerra non avevo ricevuto nessuna ferita, ma il mio sistema nervoso era scosso. Alle volte dormivo per terra, il letto era toppo soffice. Optai per rimanere. Mi presentai nello stabilimento dove avevo o lasciato i quattro anni prima, dovettero riassumermi per evitare problemi sindacali, ma cinque settimane dopo, venni sospeso per mancanza di lavoro. Essendo sospeso, non avevo diritto alla disoccupazione. Seppi che si stava organizzando un corpo di polizia civile. Inoltrai una domanda, e venni assunto nel corpo di polizia forestale. Mia matrigna vedendomi sempre taciturno, invito' due giovani colleghe, due infermiere che lavoravano nella stessa clinica, con l`idea di portarmi fuori e distrarmi. Passai una bella serata con queste ragazze. Una di queste mi fece delle domande riguardo mia matrigna, pensando che essa era mia madre. Le risposi che ero rimasto orfano. A sua volta essa mi confido' che era orfana pure lei. Era una persona semplice, e anche lei aveva dovuto condurre una vita travagliata. Dopo la morte della mamma venne affidata ad alcuni parenti,ma poi per raccomandazione del comune di Muggia dove risiedeva, venne assunta all`ospedale di Valledoltra (ora in mano ai Slavi). Era un`ospedale speciallizato per malattie delle ossa. Durante la guerra venne poi ceduto ai tedeschi che lo trasformarono in ospedale per feriti di guerra. Quell`ospedale divento' il posto di lavoro e anche la sua dimora. Fece un corso interno nell`ospedale e divento' infermiera. Da quel giorno la rividi spesso, tutti e due sentivamo il bisogno l`uno nell`altra di uscire fuori da quella solitudine. Mia matrigna si accorse che qualche cosa stava cambiando nella mia vita, incomincio' a sospettare. Nel suo egoismo essa chiaramente me lo disse, che aspettava che i suoi figli diventassero maturi e si sistemassero, e dopo sarei stato libero di scegliermi una donna probabilmente come piaceva ad essa. Sul posto di lavoro dimostrava ostilita' per questa giovane, si chiamava Ondina e metteva su le altre infermiere e altro personale di renderle la vita difficile. Ed arrivammo ai ferri corti, un giorno mia matrigna mi disse con uno scatto di rabbia.Con il prossimo mese, io non ti preparero' piu' da mangiare e non ti lavero' la biancheria. La guardai, risposi freddamente: - Questo significa che me ne debbo andare! Non dissi altro, mi misi a cercare un alloggio, ma era difficile trovare qualche cosa confacente ai miei bisogni. Arrivo' il primo del mese, e mia matrigna mi fece:-"Lo sai che giorno e' oggi? - Si lo so, non ti preoccupare che me ne andro' quanto prima. Trovai non lontano uno scantinato in una vecchia casa. Era un stanzone sotto terra con una piccola finestra si vedeva ll marciapiedi di sopra.Trovai un piccolo focolaio a carbone di legna. Il gabinetto era in comune con altre famiglie. L`acqua dovevo attingerla in una fontana. La presi in affitto.Prima di lasciare la casa,
mia matrigna mi consegno' un piatto un cucchiaio una forchetta e un coltello.
Mi disse, di non azzardarmi di portare via qualche altra cosa dalla casa, altrimenti mi avrebbe denunciato. Portai con me quel po di vestiario che era rimasto, un lettino pieghevole, una cassetta di atrezzi e un piccolo tavolino sgangherato, dicendole che lo avrei portato indietro appena mi era possibile. per potermi sedere mi procurai una cassetta di aranci, e per cucinare adoperai le gavette che la polizia mi aveva fornito. (le dixy) Comperai un piccolo fornello elettrico, pero' l`erogazione di energia elettrica era limitata. Alle ore 13 cessava la corrente fino alle ore 17. Dovevo fare presto a rincasare per prepararmi un po di minestra.
Alcune volte purtroppo la minestra era mezza cruda. Ondina mi veniva a trovare e le dissi se voleva sposarmi, "si" disse:Elio aspettavo la tua domanda. La consigliai quanto prima di dimettersi dalla clinica. il 31 gennaio, una giornata fredda alle ore 7 di mattina entrammo in una Chiesa Cattolica dove un prete ci sposo'
Le uniche persone che assistetero al mio matrimonio era Mario mio fratellastro, lui mi voleva bene e mi stimava molto e un mio cugino. Da parte di Ondina, venne come testimone un fratellastro. Quando uscimmo da quella Chiesa, mi sembrava di sognare.Ho nascosto delle lacrime che mi offuscavano la vista, erano lacrime di riconoscenza. Che gioia ho provato, non ero piu solo nella mia vita.
"Una moglie giudiziosa e' un dono del Signore." Prov.19:14.- Era vero.
Il Signore mi ha dato il piu bel dono in questa vita, che avrei potuto sperare.
Abbiamo vissuto felicemente per ben 59 anni. Essa accetto' il Signore con entusiasmo assieme a me ed abbiamo proclamato in ogni luogo la grazia e la bonta' del nostro Dio.

SECONDA PARTE

L’ETERNO E' LA MIA LUCE E LA MIA SALVEZZA - SALMO 27.1
Lo scantinato in cui vivevamo, non era da paragonarsi al palazzo di un re.
Erano trascorsi sei mesi dal mio ritorno a Trieste. Eppure mi sentivo felice come un re. Non avei mai sperato un tale cambiamento nella mia vita. Avevo dato l`addio alle armi e avevo trovato moglie, oltre a questo un lavoro permanente nel copo di polizia del Territorio Libero di Trieste nella polizia forestale. Il mio destino era di dover indossare delle uniformi. Incominciai con quella di balilla, poi degli avanguardisti, poi l`uniforme di marinaio, poi l`uniforme inglese, e al fine l`uniforme di agente di polizia terminando nell`uniforme della guardia di finanza.
Lentamente ci mettevammo a posto con l`arredamento della casa. Cambiammo alloggio per breve tempo, ma poi venni trasferito ad Aurisina a circa 15 Km da Trieste nella zona rurale. Ondina non aveva mai imparato a cucinare. Come regalo di nozze le diedi una bilancia e un libro di cucina.Nel Dicembre 1946 siamo stati rallegrati dalla nascita di due gemelline poi nacque un maschietto e alla fine altri due gemelli un maschio e una femmina. Leggendo nel Libro dei Salmi alle volte sorridevo leggendo quel bel verso nel Sal.128.3 In cui dice:"La tua moglie sara' come una vigna fruttifera." Era bello, sedersi a tavola, e guardare intorno a me sei facine sorridenti." Un giorno la giovane sorella di Ondina che abbiamo dovuto levarla dall`orfanotrofio, ed ora viveva con noi, una ragazzina di 16 anni.
vide fuori della finestra dietro alla casa che stava andando via con una stufetta elettrica sotto il braccio. Sono uscito e lo chiamai, chiedendogli delle spiegazioni,facendoli sapere che quell`oggetto era mio, pero' si era guastato.
Quel brav`uomo mi fece delle scuse, pensando che quell`oggetto fosse stato gettato via da qualche soldato Americano, dato che noi confinavamo con il loro accampamento. Disse che lavorava presso di loro come elettricista, e pensava di riparare la stufa ed utilizzarla alla sera nella stanza che aveva preso in affitto presso una trattoria-albergo del luogo. Disse che stava facendo degli studi.
Un po incuriosito chiesi: -Che studi sta facendo?- Studio la Sacra Bibbia rispose.
Rimasi alquanto sorpreso della risposta, era come se avesse detto,sono un Marziano . Gli lasciai la stufetta e diventammo amici. Spesso veniva da noi, ci parlava del Signore, era tanto infervorato che passavano delle ore a spiegarci quello che sta scritto in quel Sacro Libro. Tutti e due io e mia moglie dimostravamo molta pazienza. Ancora oggi pensando a qul tempo, mi risuonano le parole di Gesu' in cui disse:"Beati coloro che odono la parola e l`osservano; " Luca 11:28. Sentivo la pace nel mio animo, un senso di sicurezza e di pace. Un giorno, gli chiesi se mi poteva procurare una Bibbia. Mi rispose di si con un viso radioso. Il girno dopo ritorno' con quel prezioso Libro assieme ad un Nuovo Testamento. In quell`epoca era molto difficile trovarne una. Le librerie Evangeliche erano poche in Italia. Mi consiglio' di leggere prima il Nuovo Testamento. Lo lessi avidamente, alle volte lo portavo con me in una tasca della mia uniforme, mi sedevo nell`autobus e lo levavo leggendolo. Credo di essere stato l`unico agente di polizia trovato a leggere quel sacro Libro. Alle volte mi trovai con le lacrime agli occhi, ripensando alla vita che avevo trascorso fin dalla giovinezza, e la speranza che mi offriva Gesu' che mi apriva le sue braccia con tanto amore. pensavo di essere stato abbandonato da Dio, invece compresi che mi aveva protetto centinaia di volte. Avevo voluto togliermi la vita, invece Egli mi offerse la vita non solo per un tempo ma per tutta l`eternita'. Spesso andavamo a Trieste dove c`era una piccola assemblea di Credenti. Ci riunivamo in casa di un fratello anziano. Un uomo molto colto, parlava correttamente sei lingue. I suoi messaggi erano vibranti che toccavano il cuore si chiamava Alfredo V.
Spesso veniva a trovarci. Potevo in quelle occasioni fare delle domande su quello che avevo letto nel N.T. Trovai in quella chiesa due famiglie di credenti che erano state gravemente provate dalla guerra. Una di queste avevano perso un figlio di 14 anni impiccato dai Tedeschi, l`altra era una sorella che perse il marito. Venne fucilato per aver eseguito un ordine sbagliato di un capo reparto nelle ferrovie che lo mando' a prelevare alcuni barattoli di margarina da un vagone stazionato in un binario, ma la sentinella tedesca si accorse e lo intimo' di fermarsi assieme ad un`altro collega.Il caro fratello Veneziani ottenne il permesso di visitarlo nella prigione e dargli un libricino con dei salmi, raccomandandogli di leggere il Salmo 23. A sua volta quel fratello che feci il primo incontro, si chiamava Enrico abitava poi con i genitori a Monfalcone. A causa della sua fede fu cacciato da casa.
Una notte mi svegliai sentendo un trambusto fuori della casa. Avevamo alcune galline, apparentemente erano state disturbate. Usci fuori, e trovai il povero Enrico che stava cercando di sistemarsi sotto una tettoia per passare la notte
fra le galline. il 1 ottobre 1950 rispondemmo alla chiamata del Signore con il Battesimo Cristiano. Venimmo battezzati in una vasca da bagno. Gesu' era il nostro Redentore e il nostro Liberatore. Nel 1954 Trieste venne restituita all`Italia
mentre alla periferia della citta' veniva posto il confine e dato agli Slavi.
Avrei perduto il lavoro, percio decidemmo di emigrare .Inoltrai la domanda. Come emigranti assistiti io assieme a mia moglie e i miei cinque bambini, gli ultimi due gemelli avevano 20 mesi partimmo per l`Australia affidandoci unicamente al Signore. Anche in quel frangente fummo pienamente assistiti.

--------------------- CONCLUSIONE-------------------
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Gli ultimi mesi prima della dipartita della mia diletta compagna, essa stava assai male. Una parte del cervello si stava atrofizzando, era stata' colpita da dementhia.
Con dolore fui costretto a collocarla in una casa per anziani gestita dall`ospedale di Nambour una cittadina nel Queensland. Era in buone mani, trovai un bel numero di personale sanitario, ed era visitata regolarmente dal nostro medico di famiglia. Andavo ogni giorno a trovarla portandole qualche cosa extra da mangiare.
i degenti, circa una ventina, soggetti a diversi gradi di demenza. Comunque grazie al Signore essa mi riconosceva ed era felice che potevamo restare assieme. Le portavo sempre qualche cosa da mangiare. Portavo un tascapane dove tenevo qualche cioccolato e dei biscotti. Li distribuivo a quei poveretti, erano come tanti bambini che venivano attorno a me. Poi levavo un`armonica o organetto a bocca e suonavo degli inni.
Tutti erano contenti, le infermiere mi accoglievano abbracciandomi. Cercavo di tenere allegra Ondina con delle storielle allegre. Uno degli inni che a lei piaceva tanto e lo cantava accompagnata dall`armonica era uno particolare in inglese.

traduco le parole che affermano cosi':

Quando nella vita ed i flutti si abbattono,
quando sei scoraggiato, e pensi di essere perduto
Conta le benedizioni che hai ricevute, elencale una per una
Sarai sorpreso di quello che il Signore ha fatto.

Sei aggravato con molte preoccupazioni?
E' la croce troppo pesante che ti sembra di portare?
Conta le tue tante benedizioni ricevute
ed ogni dubbio volera' via
e tu ti metterai a cantare come il giorno che se ne va

Quando guarderai gli altri con i loro terreni dorati,
Pensa che Cristo ha promesso a te le sue ricchezze incalcolabili
Conta quante benedizioni, che le ricchezze non possono comperare
La tua ricompensa nel paradiso. e non dati per te, in un`alta dimora.

Quindi, tra i conflitti, siano essi grandi o piccoli
Non essere scoraggiato, Dio e' sopra ad ogni cosa
Conta le molte benedizioni, gli angeli attenderanno
Aiuto e conforto che riceverai quando il tuo viaggio sara' alla fine.

Nel concludere il mio racconto, prima di premere il bottone per inviarlo, ho pregato caldamente il Signore, che quello che ho scritto, lo scrissi con spirito umile e veritiero, con la speranza che il Signore faccia vibrare le corde del vostro cuore, particolarmente per quelli che sono nel dubbio e nell`oscurita' della vita e che sia di stimolo a ricercare la via della salvezza che solo Gesu' e nessun altro puo' donarlo. Egli ha dato tre consigli molto semplici ed efficaci dicendo: Io sono la via, la verita' e la vita!" avverti' anche' che nessuno puo ascendere al Padre, se non per mezzo di Lui. A voi miei cari fratelli e sorelle nel ringraziarvi vi abbraccio nell`amore di Cristo e che le mie parole che avete letto siano di conforto per le molte sofferenze che avete sostenuto in passato. Gesu' non ha delegato nessuno
per farci conoscere il Suo piano di salvezza, ma l`ha portato lui stesso ed ha inchiodato i nostri falli ed i nostri peccati sul Golgota assieme a Lui. Amen!

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