lunedì 19 dicembre 2011

Ero sconvolto. Dio mi cercava. .....

Mia madre aveva pregato molto perché fossi un vero cristiano. Tuttavia, fin dai primi anni della mia vita di studente, rifiutavo il cristianesimo; arrivai al punto di vendere, per comprarmi degli alcolici, la Bibbia che mia madre mi aveva donato. Quel libro mi dava veramente fastidio. La mia vita senza Dio fece di me un uomo dai costumi dissoluti, anche se ero stimato per le mie qualità professionali.

Quando divenni medico ospedaliero, vidi ogni tipo di disgrazia. Un giorno fu portato nel mio ambulatorio un muratore, vittima di un incidente sul lavoro. Il suo stato era disperato ed egli ne era cosciente. Ma l'avvicinarsi della morte non lo preoccupava affatto. Fui profondamente colpito dall'espressione felice sul suo viso.

Dopo la sua morte, poiché non aveva famiglia, furono esaminati in mia presenza i pochi effetti contenuti nella sua borsa. Tra le altre cose si trovava una Bibbia. Quale fu la mia sorpresa quando riconobbi che era quella che mi aveva dato mia madre! La aprii: vi era segnato il mio nome come pure un versetto scritto da lei. Chiesi ed ottenni che il libro mi fosse assegnato. L'ultimo proprietario l'aveva certamente letta molto, a giudicare dai numerosi versetti sottolineati. Ero sconvolto. Dio mi cercava. Rispondeva alle preghiere di mia madre. Non ebbi requie fino al momento in cui accettai Gesù come mio Salvatore.

Quella Bibbia è diventata per me un gran tesoro: mi ricordava mia madre, un episodio della mia vita, e soprattutto era una testimonianza della grazia del buon Pastore che continua a cercare la sua pecora perduta finché la trova.

giovedì 8 dicembre 2011

C’è qualche speranza per un uomo come me?”(TESTIMONIANZA)

Fu Charles G. Finney che raccontò questa storia.
Stava guidando un risveglio a Detroit.
Una sera quando cominciarono ad entrare in chiesa, un uomo venne da lui e gli domandò: «Sei il Dottor Finney?»
«Sì»
«Mi domando se mi farai un favore. Quando avrai terminato questa sera, vuoi venire a casa con me e parlarmi della mia anima?»
«Con piacere. Aspettami».
Finney entrò, e alcuni degli uomini presenti lo fermarono: «Fratello Finney, che cosa voleva quell’uomo?»
«Egli voleva che andassi a casa con lui»
«Non andarci»
«Mi dispiace, ma gliel’ho promesso, e devo andare con lui».
Quando la riunione finì, Finney uscì dalla porta.


L’uomo stava aspettando, prese il suo braccio e disse: «Vieni con me».
Camminarono tre o quattro isolati, voltarono in una strada laterale, scesero un vicolo, e alla seconda casa l’uomo si fermò: «Rimani qua un minuto, Fratello Finney». Mise la mano nella sua tasca, tirò fuori una chiave, e aprì la porta, si voltò verso il predicatore e disse: «Entra».
Finney entrò nella la stanza. C’era un tappeto sul pavimento, un caminetto, una scrivania, una sedia girevole, due poltrone e nient’altro.
C’era una specie di sottile tabellone divisorio tutt'intorno alla stanza eccetto dove c’era il caminetto.
Finney si voltò indietro. L’uomo aveva chiuso la porta, aveva messo la mano nella sua tasca posteriore e aveva tirato fuori una rivoltella e la stava tenendo nella sua mano. «Non intendo farti alcun male», disse: «voglio solo farti alcune domande. Intendevi dire quello che hai detto nel tuo sermone ieri sera, cioè che il Sangue di Gesù Cristo ci purifica da ogni peccato?»
«Sì, Dio dice questo».
«Fratello Finney, la vedi questa rivoltella? Ha ucciso quattro persone. E’ la mia. Due di loro sono state uccise da me, due dal mio barista in una rissa nel mio saloon. C’è speranza per un uomo come me?»Finney rispose: «Il Sangue di Gesù Cristo ci purifica da ogni peccato».«Fratello Finney, un'altra domanda. Nel retro di questo divisorio c’è un saloon. E’ di mia proprietà sia il saloon che tutto quello che c’è dentro. Noi vendiamo ogni tipo di liquore a chiunque viene dentro. Molte volte ho preso l’ultimo centesimo dalla tasca di un uomo, facendo patire la fame a sua moglie e ai suoi figli. Molte volte delle donne hanno portato qua i loro neonati e mi hanno supplicato di non vendere più nessuna bevanda alcolica ai loro mariti, ma le ho cacciate fuori ed ho continuato con la vendita del whisky. C’è speranza per un uomo come me?»
Finney disse: «Dio dice: “Il Sangue di Gesù Cristo, Suo Figliuolo, ci purifica da ogni peccato”».«Un’altra domanda, Fratello Finney. Nel retro di quest’altro divisorio c’è una casa da gioco d’azzardo, ed è disonesta come Satana. Non c’è una ruota decente in tutto il posto. E’ tutto truccato e disonesto. Un uomo lascia il saloon con dei soldi rimastigli in tasca, e noi lì glieli portiamo via. Degli uomini sono usciti da quel posto di gioco d’azzardo per commettere suicidio quando i loro soldi, e forse i soldi datigli in custodia, erano tutti finiti. C’è qualche speranza per un uomo come me?»
«Dio dice: “Il Sangue di Gesù Cristo, Suo Figliuolo, ci purifica da ogni peccato”».
«Un'altra domanda ancora e dopo ti lascerò andare. Quando uscirai fuori da questo vicolo, voltati a destra verso la strada, guarda dall’altra parte della strada, e là vedrai una casa di pietre marrone di due piani – è la mia casa. E’ di mia proprietà. Là ci sono mia moglie e mia figlia di undici anni di nome Margaret. Tredici anni fa andai a New York per affari. Incontrai una bella ragazza. Le mentii. Le dissi che ero un agente di borsa, ed ella mi sposò. La portai qua, e quando scoprì i miei affari, questo le spezzò il cuore. Ho reso la sua vita un inferno sulla terra. Sono tornato a casa ubriaco, l’ho picchiata, ho abusato di lei, l’ho chiusa fuori di casa, ho reso la sua vita più miserabile di quella di qualsiasi bestia selvaggia. Un mese fa circa, una sera andai a casa ubriaco. Mia moglie in qualche maniera mi intralciò e cominciai a picchiarla. Mia figlia si gettò tra di noi. Schiaffeggiai quella ragazza, la sbattei contro una stufa rovente. Il suo braccio è bruciato dalla spalla al polso. Fratello Finney, c’è speranza per un uomo come me?»

Finney afferrò le spalle di quell’uomo, lo scosse e disse: «O figliolo, che triste storia che hai da raccontare! Ma Dio dice: “Il Sangue di Gesù Cristo, Suo Figliuolo, ci purifica da ogni peccato”».
L’uomo disse: «Grazie. Grazie tanto. Prega per me. Domani sera verrò in chiesa».
Finney andò a casa e a fare le sue faccende. La mattina successiva, alle sette circa, l’uomo del saloon uscì fuori dal suo ufficio e cominciò ad attraversare la strada. La sua cravatta era di traverso, la sua faccia era coperta di polvere, coperta di sudore e macchiata dalle lacrime. Stava dondolando come se fosse ubriaco.
Ma torniamo a quella stanza. Aveva preso la sedia girevole e aveva sfasciato lo specchio, il caminetto, la scrivania e le altre sedie. Aveva sfasciato il divisorio in ogni lato. Ogni bottiglia, ogni barile, ogni banco e ogni specchio in quel saloon fu frantumato e rotto. La segatura stava galleggiando alto fino alla caviglia in un terribile miscuglio di birra, gin, whisky e vino. Nell’azienda del gioco d’azzardo i tavoli furono frantumati, i dadi e le carte da gioco erano nel caminetto a bruciare.
Andò dall’altro lato della strada barcollando, salì sulle scale di casa sua, e si sedette pesantemente sulla sedia della sua stanza.
Sua moglie chiamò la figlia e le disse: «vai al piano di sopra a dire a papà che la colazione è pronta».
La ragazza salì lentamente le scale. Mezza intimorita, stette in piedi sulla porta e disse: «Papà, la mamma ha detto che la colazione è pronta; ha detto di scendere».
«Maggie, tesoro, papà non vuole nessuna colazione».
La ragazza non camminò, volò giù per le scale: «Mamma, papà ha detto: “Maggie, tesoro” e egli non …»
«Maggie, tu non hai capito. Vai su di nuovo a dire a papà di scendere giù».
Maggie salì di nuovo al piano di sopra seguita da sua madre. L’uomo alzò gli occhi appena sentì i passi della bambina, allargò le sue ginocchia e disse: «Maggie, vieni qua».
Timidamente, terrorizzata e tremante, andò da lui.
Lui la alzò, la mise sulle sue ginocchia, strinse la sua faccia al petto della piccola e pianse.
La moglie che stava in piedi alla porta, non sapeva cosa era successo.
Dopo un po’ di tempo, egli la notò e disse: «Moglie, vieni qua».
La fece sedere sull’altro suo ginocchio, gettò le sue grosse braccia attorno a quelle due anime che amava ma di cui aveva così spaventosamente abusato, abbassò la sua testa tra loro e pianse singhiozzando fino a che la stanza quasi tremò per l’impatto della sua emozione.
Dopo alcuni minuti, controllò se stesso, guardò in faccia sua moglie e la sua bambina e disse: «Moglie, figlia, non avete più bisogno di avere paura di me. Dio, oggi, vi ha portato a casa un uomo nuovo, un nuovo padre».La stessa sera quell’uomo, sua moglie e la bambina camminarono lungo il corridoio della chiesa, diedero il loro cuore a Cristo e si unirono alla chiesa.


da: Liberty Prison Ministries Tracts

Io non lo so Dio come fece, ma giorno dopo giorno ho visto le cose cambiare

Frequentavo l'elite della città, ero un liceale e snobbavo i credenti ...

Correva l'anno 1990, erano trascorsi i mitici anni '80, avevo compiuto già i miei diciotto anni, la mia agognata maggiore età. Avevo aspettato quel momento da anni, quante cose avrei potuto fare adesso a diciotto anni: la patente, l'indipendenza.
Frequentavo la IV° Liceo Classico, pensavo di finire il liceo, iscrivermi all'univesità, poi avrei cercato un lavoro col titolo di studio che avrei conseguito, e poi chissà avrei pensato di farmi una famiglia.
Avevo programmato tutto per la mia vita : "Io ero l'artefice della mia fortuna".
La mia famiglia non era ricca, nè benestante, vivevamo dignitosamente col lavoro di mio padre (aveva una bottega di Fabbro), mia madre era casalinga, due sorelle e un fratello.
Mio padre col suo lavoro era riuscito a costruirsi una casa grande di cui una parte era adibita ad officina per il suo lavoro. Qualche tempo dopo, una grande crisi economica si abbattè sul lavoro di mio padre, che lo costrinse a contrarre tanti debiti, fino al punto che, dovette emigrare dalla Sicilia nel nord Italia per trovare lavoro.
Così rimanemmo soli, mio padre ritornava due volte l'anno per le feste.
Mia madre si ritrovò ad aver a che fare con Banche e creditori di ogni genere; la nostra casa venne messa all'Asta.
E' stato un momento terribile che mai dimenticherò.
Fu allora che mia madre cominciò a cercare il Signore; una sua amica le parlò di un Dio vivente che la poteva aiutare.
Fu così che cominciò ad andare nella Chiesa Evangelica.
Io non lo so Dio come fece, ma giorno dopo giorno ho visto le cose cambiare: mio padre cominciò a guadagnare tanto, i creditori venivano pagati, nel giro di pochi anni pagammo tutti i debiti che ammontavano a centinaia di milioni.
Pian piano, tutti i membri della mia famiglia si convertirono all' Evangelo.
Ma ritornando a quel 1990: Io ero convinto che solo un essere soprannaturale poteva aver fatto quello che Dio fece nella mia casa, ma non volevo sconvolgere la mia vita.
Avevo preordinato tutto nella mia vita e non c'era spazio per Dio.
Qualcosa accadde: un mio amico più avanti negli anni e negli studi, morì investito da un soldato americano il giorno della sua Laurea. Anche lui aveva i suoi sogni e dei progetti per la vita, ma tutto finì per lui, su quella strada polverosa della Sicilia.
Questa morte tragica mi spinse a riflettere sul significato della vita e della mia in particolare, avevo studiato le elucubrazioni e meditazioni dei filosofi e saggi antichi, le loro ricette per la felicità e per le risposte ai grandi interrogativi della vita.
Cominciai per curiosità a frequentare le chiese evangeliche: erano carini con me e interessati, loro invece mi infastidivano e un po' li snobbavo.
Io ero un liceale, frequentavo l'elite della mia città. Quelle persone erano umili, poco istruite; io "sapevo il greco e il latino", loro parlavano con i versi della bibbia, ma i loro volti emanavano una luce e una gioia che non riuscivo a capire. Cercavo di trovare dei punti oscuri dei lati negativi nella loro dottrina, ma niente. Fu in occasione di una predica che trattava della salvezza offerta da Dio a tutti, che io risposi all'appello del predicatore: cominciai a piangere davanti al Signore, chiesi perdono al Signore dei miei peccati, sentii una pace che non avevo provato prima, avevo la certezza che Dio mi aveva perdonato.
Dio mi diede grazia di diplomarmi, ma i progetti che mi ero prefissati non mi interessavano, adesso nella mia vita c'era Dio, sarebbe stato Dio a farmi capire cosa avrei dovuto fare. Avevo tanta fame della Sua Parola, così lessi e rilessi la Bibbia; il Signore mi accompagnava con la Sua presenza.
Tutte le mie amicizie mi abbandonarono perchè non ero più lo stesso.
Conobbi una ragazza nella chiesa che di li a qualche anno sarebbe diventata mia moglie.
Adesso sono sposato, ho due figli.
In questi 14 anni ho visto la mano del Signore sopra di me e la mia famiglia: ho attraversato dei momenti difficili ma il Signore è stato con me.
Non mi pento di averlo accettato e di avergli dato il comando della mia vita.
Oggi ho 33 anni e ogni qualvolta nella chiesa entra un giovane non convertito, mi rivedo il lui: si guarda attorno, ride quando qualche fratello o sorella testimonia, magari non in perfetto italiano, si distrae durante il culto, penso a come ero io prima di accettare il Signore e spero che gli eventi si ripetano; IL SIGNORE E' LO STESSO OGGI , IERI ED IN ETERNO.
Se leggi questa testimonianza sappi che Gesù è una persona reale e vivente e che ha dato la Sua giovane vita per te e per me. AccettaLo nel tuo cuore e DIO TI BENEDIRA'

                                                                                                                                                             S D.

sabato 3 dicembre 2011

Gesù è la cosa più vera che mi potesse mai capitare




 Caro amico lettore,
chi ti scrive è una giovane donna di vent’anni il cui nome è Esther.
Da sempre la mia vita è andata avanti con un tono abbastanza tranquillo ed equilibrato, sicuramente perché ho avuto la grazia di poter nascere in una famiglia basata sui sani valori biblici e quindi anche morali. Fin da fanciulla i miei genitori mi hanno portata in chiesa, frequentando così la scuola domenicale, e il personaggio principale trattato nei vari anni che passavano era sempre lo stesso: Gesù , il figlio di Dio che, fattosi uomo per un  puro gesto d’amore, scelse di morire sul duro legno della croce per il peccato dell’intera umanità.
Questa verità nel tempo ha sicuramente influenzato la mia crescita: sapere che ci fosse un Dio che mi amava e proteggeva la mia vita costantemente mi portava ad avere pace e tanta tranquillità. Tutto questo durò fino a quando non abbandonai la mia beata fanciullezza e non iniziai la critica fase adolescenziale.
Da sempre sono stata una persona socievole e di facili amicizie, il mio carattere mi portava ad avere sempre qualcuno con cui ridere e scherzare e, anche quando incontravo delle difficoltà, c’era sempre qualcuno con cui io potessi sfogarmi e parlare (anche se presto, a mie amare spese, imparai che non tutte le persone chiamate amici si comportano poi come tali!).
Mi piaceva essere spesso al centro dell’attenzione per poter intrattenere gli altri con battute e risate, ma questo mio atteggiamento con il tempo si trasformò in una vera e propria maschera per poter nascondere quei sentimenti che si facevano spazio nel mio cuore: insicurezza, paura del futuro e soprattutto della morte, ma ciò che più non riuscivo a sopportare davvero era il senso di una forte solitudine interiore.
Mi sembrava impossibile da accettare: io che non ero mai stata sola, io che gratuitamente avevo donato affetto, ora mi sentivo abbandonata proprio dalle persone che consideravo tanto care e impossibili da perdere.
Sarà stata forse la mia troppa emotività, ma tutto questo comunque mi fece entrare in una forte crisi; fuori casa il mio orgoglio mi portava a essere una persona allegra e di compagnia, ma quando tornavo a casa la mia delusione si trasformava in ribellione verso i miei genitori e la sera, quando pensavo che nessuno potesse sentirmi, piangevo ininterrottamente.

Oggi con qualche anno in più, riguardando indietro al mio passato mi rendo conto che spesso ciò che ci fa soffrire non è il problema che dobbiamo affrontare, ma è solo la conseguenza di ciò che è il vero problema!
Avevo 16 anni quando compresi il vero motivo per cui il mio cuore si affliggeva: il vuoto che riempiva la mia vita era dovuto alla mancanza di qualcosa di vero e insostituibile, GESU’ CRISTO! Sono ormai 4 anni che ho deciso per Lui, è vero ciò che dice la storia e cioè che Egli è morto sulla croce, ma è vero anche che il terzo giorno è risorto; Gesù è ancora oggi vivente e pronto ad operare nella vita di quanti crederanno e si affideranno a Lui con tutto il loro cuore.
E’ stato così semplice! Ciò che ho dovuto fare è stato solo un gesto di fede e riconoscere i miei peccati, confessarli a Lui con vero pentimento e chiederGli di entrare nel mio cuore. Cosa c’è di più semplice e tanto meraviglioso?
In breve tempo la mia vita è cambiata, tutta la ribellione del mio cuore Dio l’ ha trasformata in amore, la solitudine che sentivo dentro mi ha portata a scoprire l’amicizia di Dio e anche quella di quanti come me hanno deciso di essere Suoi figli. La paura per il futuro e della morte? Beh, con Gesù sto imparando a vivere giorno per giorno e a rendere ogni mio respiro un motivo per cui ringraziarlo; Gesù non mi ha detto che non attraverserò prove e difficoltà ma mi ha promesso che anche quando attraverserò la montagna più alta Egli sarà con me; oggi non temo più la morte perché quando quel giorno il mio Signore deciderà di chiamarmi a “casa”, so per certo che vivrò con Lui in eterno.

Ora non posso fare più a meno di Lui, Gesù è la cosa più vera che mi potesse mai capitare, ha riempito la mia vita di pace e di serenità, Lui è il mio Dio, il Creatore di ogni cosa, per la sua grazia sono una sua figlia, so di essere l’oggetto del suo amore e non perché io sia una donna di particolare importanza, ma solamente perché la sua misericordia è tanta nei miei confronti. Dio mi ama semplicemente per quello che sono, cosa c’è di più bello? 

                                                                              A. Esther.

Volevano che nostra figlia morisse.,,,

Volevano che nostra figlia morisse.
(Un
ex Testimone di Geova racconta l'assurda concezione della trasfusione di sangue).
Al cristiano medio, il nome Testimoni di Geova fa venire alla mente un gruppo di persone vestite ordinatamente che vanno di porta a porta nel vicinato, vendendo la rivista della Torre di Guardia Invece, quando io penso ai Testimoni di Geova, mi viene alla mente una vita di schiavitù ad un culto che io ho servito per i primi 28 anni della mia vita.
Mio nonno diventò una parte della Società della Torre di Guardia nei primi anni del 1900.
I miei genitori sono dei Testimoni di Geova attivi. Mio papà è tuttora un anziano che presiede nella sua locale Sala del Regno.
Mi fu insegnato che i Testimoni di Geova avevano la sola vera religione, una religione governata dal quartiere generale della Torre di Guardia a Brooklyn, New York.
Il corpo dirigente controlla 2 milioni e trecentomila persone [Nota del traduttore: attualmente sono più di 5 milioni].
Io uso la parola "controlla" perché i Testimoni di Geova credono che tutto ciò che viene scritto dalla Torre di Guardia viene da Dio e non deve essere messo in discussione.
Essi credono che il corpo dirigente riceve "nuova luce" dagli angeli, che spiega tutto ciò che concerne la Bibbia.
Essi credono che la Torre di Guardia è la sola rappresentanza che Dio sta usando, così che al di fuori dall’organizzazione della Torre di Guardia, le persone non hanno nessuna speranza.
Essi credono che solo loro hanno la verità; che solo loro sono veri cristiani; che solo loro saranno salvati e che tutti gli altri saranno distrutti da Geova Dio nella battaglia di Armageddon.

Iniziai il servizio nella Torre di Guardia a pieno tempo nel 1971, dopo essermi ritirato dalla Scuola Superiore, dietro l’incoraggiamento dei capi della Torre di Guardia a cagione della fine del mondo che essi predissero per il 1975.
Migliaia di Testimoni di Geova incassarono polizze di assicurazione, abbandonarono carriere, e vendettero le loro possessioni per impiegare il "poco tempo che rimaneva" nell’opera del ministerio prima della fine del mondo.
Come operaio missionario, o Pioniere, andai di porta in porta cercando di convincere le persone che esse dovevano diventare dei Testimoni di Geova per piacere a Dio e forse ricevere la salvezza.
Io uso il termine "forse" perché tutti i Testimoni di Geova non sono sicuri della loro salvezza.
La via della salvezza della Torre di Guardia è basata sulle opere e non sulla grazia salvatrice nel sangue di Gesù Cristo, che noi riceviamo gratuitamente mediante la fede.
Questo sistema di opere nel vendere i libri della Torre di Guardia di porta in porta mette il Testimone di Geova in una aspettativa per la salvezza con la condizionale di fedeltà all’organizzazione e compiere tutto quello che gli viene detto di fare.
La fedeltà all’organizzazione implica l’adesione ad una moltitudine di regole e regolamenti che gli anziani della Torre di Guardia impongono con grande zelo.
La violazione di una qualsiasi regola come è stabilita dal corpo dirigente della Torre di Guardia potrebbe scaturire in punizioni e restrizioni, a secondo della gravità dell'offesa.
Gli anziani hanno il potere di portare via la salvezza, restringere la vita di preghiera, interrompere la comunicazione con la famiglia, o qualsiasi altra cosa essi credono che porterà un Testimone di Geova ribelle al pentimento.
I Testimoni di Geova devono riferire agli anziani il tempo che essi spendono nel fare il lavoro della Società e gli anziani mettono le informazioni in un archivio.
C’è un archivio per ogni membro della congregazione.
Questo archivio contiene anche qualsiasi informazione su tutti i peccati più importanti; tutta l’informazione che riguarda la vita privata del Testimone è conservata a New York in archivi generali che non vengono mai distrutti.
Siccome avevo vissuto in questo sistema tutta la mia vita, io sapevo che cosa ci si aspettava da me.
Dovevo seguire le regole e le leggi per guadagnarmi la salvezza. Ero andato di porta in porta sin da quando ero un piccolo bambino, così mi adattai facilmente al servizio a pieno tempo.
Io continuai questo servizio per un certo numero di anni, ma con poca soddisfazione.
Il peso per mantenere la quota mensile di 100 ore di "servizio", come anche la vendita di almeno 100 riviste e 40 libri, cominciò a scoraggiarmi.
Tutto questo lavoro è volontario e non ci sono salari che vengono pagati. I Testimoni devono trovare un impiego per sostenere questa opera.
Nel 1973, fui accettato per andare al Quartiere Generale Mondiale di Brooklyn ed essere parte del vasto corpo di operai che producono la letteratura.
In una lettera personale del presidente della Società della Torre di Guardia, Nathan H. Knorr, egli dichiarò: "In aggiunta, tu otterrai un meraviglioso addestramento teocratico avanzato che è molto meglio di qualsiasi educazione secolare tu possa ottenere".
Con molto anticipo prenotai un volo per New York City. Mentre ero sull’aereo mi ricordai di tutta l’invidia dei miei amici: stavo andando a vivere con i membri del corpo dirigente, e quanto splendido sarebbe stato essere al centro di tutta l’attività del lavoro compiuto da tutte le parti nel mondo.
I miei amici mi fecero delle feste di addio e dei doni, lodando i miei orgogliosi genitori per avermi allevato così bene nell’organizzazione tanto che essi potevano vedere il loro figlio andare in tale posto.

Poco dopo essere arrivato a New York, si consumò l’illusione dato che fui assegnato al lavoro nella fabbrica.
Duro lavoro, e apprendere a fondo le linee di condotta dell'organizzazione fu "l'addestramento" che ricevetti al Quartiere Generale della Torre di Guardia.
Lo spazio non mi permette di dire i dettagli di quello che sperimentai mentre passavo lunghe ore a lavorare nella legatoria dei libri. Là io "alimentai le macchine per l'Organizzazione di Dio".
Ricordo lo stress mentale di una abbondanza di regole e regolamenti. Il piano maestro dei leaders della Torre di Guardia controllava dove andavo, cosa facevo e come lo facevo.
Dopo avere passato tre anni al Quartiere Generale, mi ritrovai senza soldi quando volli vivere "fuori nel mondo" (la nostra paga era di 14 $ al mese).
Imparai la dura realtà di cercare di vivere con nessuna educazione o abilità: i Testimoni di Geova sono fortemente scoraggiati dal frequentare la scuola secondaria.
Mi sposai con una brava ragazza Testimone di Geova, e stabilimmo assieme di cercare di piacere a Dio nella maniera migliore che sapevamo; eravamo dei bravi Testimoni di Geova e seguivamo tutte le regole e tutte le leggi.
Mia moglie era stata una missionaria per otto anni: era stata mandata in diverse parti degli Stati Uniti nel suo lavoro, sotto la direzione della Società Torre di Guardia.
Dopo che fui tornato a casa con un "archivio completamente pulito" dall’ufficio di New York, gli anziani locali mi hanno impegnato, piuttosto ampiamente, nell’insegnamento dal palco.
La maggior parte dei Testimoni di Geova sanno che chiunque abbia trascorso del tempo al quartiere generale è speciale ed è degno di maggiore responsabilità nella congregazione locale.
Dato che rilevavo una posizione di spicco nella congregazione, venivo esposto ed istruito nei "lavori segreti" degli anziani: era eccitante andare in giro di notte, seguire i membri della congregazione che erano sospettati di agire malamente.
Mi fu anche dato accesso agli archivi della congregazione, dove sono inseriti tutte le informazioni di tutti i membri.
Venivo anche usato nelle stesse operazioni di controllo che avevo visto fareal quartiere generale.
Nonostante tutto ciò, non mi sentivo soddisfatto e sereno. La pressione nel cercare di servire un Dio che è vendicativo e pieno di ira è più di quello che io posso descrivere.
L’organizzazione dipingeva Geova sempre come un Dio pronto a riversare la vendetta.
Tutto quello che io sapevo di Dio era quello che leggevo nella rivista della Torre di Guardia. Sì, noi leggevamo la Bibbia, ma ci era stato detto che se noi facevamo questo per interpretarla senza i libri della Torre di Guardia, noi eravamo destinati a cadere nell’errore e nell’apostasia.
Un giorno un amico mi introdusse ad un libro scritto da un ex Testimone di Geova intitolato "Trent’anni schiavo della Torre di Guardia".
Io sapevo che il mio dovere, come buon Testimone, era di segnalare il mio amico agli anziani, perché a noi era proibito leggere ogni sorta di materiale contro i Testimoni.
Ma per sfida, lessi il libro. La lettura mi turbò moltissimo, perché l’autore era un ex operaio del quartier generale, e io potevo confermare molte cose che lui citava.
Molte cose che io avevo cercato di cancellare dalla mia memoria, stavano di nuovo affiorando, e delle domande sull'autorità della Torre di Guardia mi lasciarono molto sconvolto.
L’autore del libro menzionava che egli aveva trovato spiritualmente la verità studiando la Bibbia senza le pubblicazioni della Torre di Guardia.
In quel periodo capii che lo Spirito Santo mi stava chiamando a studiare personalmente la Parola di Dio.
Nonostante noi avessimo la nostra 'Traduzione della Bibbia del Nuovo Mondo' (tradotta dalla Società Torre di Guardia e confutata da studiosi della lingua Ebraica e Greca come una versione influenzata negativamente e contorta), comprai una edizione della Nuova Bibbia Standard Americana [New American Standard Bible].

Mia moglie ed io studiavamo segretamente la nostra nuova Bibbia per lunghe ore durante la notte, scoprendo che molte delle dottrine principali per le quali noi eravamo disposti a morire erano false.
Esposi quanto appreso a mio padre, anche come anziano. Lui, vedendo che stavo mettendo in dubbio alcuni dei principali insegnamenti della Torre di Guardia, fece un rapporto agli anziani della congregazione, affinché fossimo processati per apostasia.
Dopo una lunga e triste udienza, noi ci "pentimmo" di avere messo in dubbio la Società della Torre di Guardia e ci fu permesso di rimanere Testimoni di Geova, ma fui spogliato da tutte le cariche e le responsabilità che avevo nella congregazione, e prima di essere riemmesso alle mie cariche dovevo essere sorvegliato per un periodo di tempo.
Un trasferimento per lavoro in un'altra città fu un sollievo benvenuto: non vedevo l’ora di entrare in una altra congregazione ed avere un nuovo inizio.
Ma quando mi ricordai che il verdetto di ammonizione era ancora nel mio archivio e mi avrebbe seguito dovunque sarei andato per il resto della mia vita, venne presto la delusione.
Naturalmente, gli anziani nella nuova congregazione ebbero il mio archivio appena dopo che cominciai a frequentare le riunioni.
Essi mi dissero che mi avrebbero sorvegliato per un certo tempo per vedere se queste mie idee apostate sarebbero venute di nuovo in superficie.
Mi avvertirono che se io avessi cercato di condividere tali idee con qualcuno nella congregazione, mi avrebbero scomunicato.
Promisi fedeltà all’organizzazione, e dissi che non avrei letto o detto niente che era differente dalla posizione della Torre di Guardia sulla Scrittura. Passarono due anni. Essere sotto lo scrutinio degli anziani mi lasciò molto vuoto.
Niente, neppure i miei figli, che mi avevano portato così tanta gioia, rendeva la mia vita soddisfacente.
Avevo bisogno di qualche cosa, ma cosa fosse non lo sapevo.

Per riempire questo vuoto e travare qualche appagamento, io e mia moglie, ci davamo all'alcool, ma da questo scaturì ancora più delusione.Avendo due bambini e desideravamo ardentemente una femminuccia, pensavamo che la sua presenza avrebbe portato quella felicità che mancava nella nostra famiglia.
Così il 10 Agosto 1980, nacque Jenny Leigh Blizard. Eravamo così eccitati, ma presto fummo colpiti dalla tragedia: a cinque settimane di vita a Jenny le fu diagnosticato un raro problema di sangue, non coagulava.
I medici locali ci mandarono a Sant Antonio, nel Texas, per le cure. Lì, dopo vari accertamenti, i medici ci informarono che Jenny aveva bisogno di una urgente trasfusione di sangue per salvare la sua vita.
Questo era un difficile problema per noi, perché la legge della Torre di Guardia non permette a nessun Testimone di Geova di prendere sangue, sotto qualsiasi forma.
I Testimoni di Geova portano delle tessere che dichiarano che essi non prenderanno una trasfusione di sangue in nessuna circostanza, neppure se ciò portasse alla morte.
Abbiamo chiesto un attimo per decidere. Mia moglie ed io pregammo e gridammo a Dio per delle risposte.Ricordo che dissi: "Oh Geova, come mi puoi chiedere di prendere una tale decisione, un sì o un no per la vita di Jenny! Che specie di Dio sei!"
Alla fine abbiamo comunicato ai medici che dovevamo ubbidire alla legge di Geova, anche a costo della vita di Jenny.
Gli dirigenti dell’ospedale contattarono il Dipartimento dell’Assistenza dei Bambini del Texas e fu intentata una causa contro di noi per abuso e negligenza di neonati.
Fu emesso un ordine del tribunale per assicurare che Jenny ricevesse il sangue di cui aveva bisogno per avere salva la sua vita.
Il Dipartimento dello Sceriffo di Bexar County diede a me e a mia moglie delle citazioni e avvertì il personale dell’ospedale di non permetterci di rimuovere Jenny dall’ospedale (i Testimoni di Geova durante la loro storia hanno fatto spesso uscire furtivamente dagli ospedali i pazienti per evitargli a tutti i costi le trasfusioni di sangue!).
Mia moglie ed io fummo sollevati nel nostro intimo, sapendo che Jenny avrebbe ricevuto la cura che aveva bisogno nel ricevere il sangue.
I cronisti di due giornali di Sant Antonio, il Sant Antonio Express/News e il Sant Antonio Light, seppero di Jenny e pubblicarono la storia, nonostante noi rifiutavamo di parlare ai cronisti. In uno sguardo retrospettivo, lodo il loro lavoro.
Nel frattempo, degli amici contattarono gli anziani locali, i quali prontamente vennero a visitarci. Questi erano entusiasti nel scoprire che c’era ancora tempo per portare via Jenny dall’ospedale prima che le fosse somministrato il sangue.
Io spiegai loro che la questione era fuori dal nostro controllo e che ci trovavamo sotto l’ordine del tribunale per non rimuovere Jenny.
Questo sembrò non interessargli, la loro principale preoccupazione era di portare Jenny fuori dall’ospedale.
Io sapevo che Jenny sarebbe presto morta se l’avessi rimossa dalle macchine che la tenevano viva e che sarei stato accusato di omicidio.
Certcai di spiegare questo agli anziani, ma essi replicarono: "Non ti fare scappare questa opportunità! Tu non puoi permettergli di dare del sangue a tua figlia!".
Senza indugiare obbligai loro ad andarsene, dicendogli che non potevamo permettere alla nostra bambina di morire in questa maniera: "Se questo è l’Iddio che servo, io non voglio più avere niente a che fare con Lui!".
Gli anziani lasciarono l’ospedale adirati verso di me, perché non mi ero sottomesso a loro: "Io spero", mi disse persino un anziano, "che tua figlia tramite quel sangue contragga l’epatite, solo per dimostrare che è male".
Quando alla fine tornammo a casa con Jenny, i Testimoni di Geova avevano ricevuto notizia che anche se noi avevamo protestato contro la trasfusione di sangue, noi avevamo permesso a Jenny di riceverla.
Questo ci rese dei reietti agli occhi dei Testimoni di Geova, ma non ci scomunicarono. La regola che sanciva la scomunica sarebbe stata applicata solo se io avessi deliberamente dato il permesso per la trasfusione.
In seguito a questo dei credenti vennero a casa nostra e ci aiutarono con del cibo e del denaro e in qualsiasi maniera essi potevano.
La testimonianza vivente di quelle persone ci commosse così tanto che mia moglie ed io decidemmo di ricominciare a studiare la Bibbia.
Quei mesi di intenso studio segreto della Bibbia ci portarono a concludere che avevamo vissuto nell'inganno del diavolo, eravamo stati schiavi di un sistema religioso dove si soffoca la liberta personale e di pensiero.
La Bibbia era molto chiara riguardo le dottrine e le questioni su cui ero in disappunto con la Torre di Guardia.
Lessi tutta la Bibbia nel suo contesto, senza l'aiuto di un libro o di una rivista che mi istruisse.
Il risultato di quello studio fu la scoperta che tutto quello di cui noi avevamo bisogno per la Salvezza era il Signore Gesù Cristo.
Scoprimmo che Dio è un Dio d’amore e non un Dio di ira.In una notte, mia moglie ed io, ci tenemmo per mano e donammo le nostre vite al Signore Gesù Cristo.
Improvvisamente sentimmo una liberazione nel nostro spirito; una liberazione che ci portò libertà e salvezza: eravamo "nati di nuovo".
Io non avevo mai provato qualcosa di simile in tutte le migliaia di ore che avevo speso sforzandomi di piacere a Dio come un bravo Testimone di Geova.
Adesso sapevamo che eravamo cambiati, eravamo "nuove creature" per la vita eterna, come disse l’apostolo Giovanni: "...Affinchè sappiate che voi avete la vita eterna" (1Giovanni 5:13 ).

Naturalmente, fummo prontamente allontanati dai Testimoni di Geova, e secondo le regole della scomunica, non potevamo avere nessun contatto con la nostra famiglia, con i membri e con gli amici dell'organizzazione e ai nostri genitori non sarà permesso di partecipare al nostro funerale.
Secondo la regola della Torre di Guardia, noi dobbiamo essere considerati come morti, qualsiasi Testimone di Geova colto a parlare con noi è soggetto ad un'azione giudiziaria, incluso l’allontanamento.
Effettivamente posso dire che adesso noi non siamo morti, ma molto vivi. Sì, noi siamo morti a una maniera di vivere passata, ma siamo vivi in Gesù Cristo, pieni di Spirito Santo e di potenza, salvati per il sangue dell’Agnello.
In conclusione, la condizione di Jenny era molto più seria di quanto una trasfusione di sangue poteva correggere permanentemente.
Le trasfusioni datele gli hanno prolungarono la sua vita, ma il 3 Marzo 1987, la nostra Jenny di sei anni andò a casa a stare con il Signore.Sulla pietra commemorativa di Jenny è scritto: "La speciale messaggera di Dio". Noi crediamo che lei lo fu veramente: per mezzo della sua malattia e della sua breve vita, noi arrivammo a riconoscere l'inganno della Società della Torre di Guardia, a professare e a ricevere Gesù Cristo come Salvatore e Signore e a condividere questa conoscenza di redenzione del Salvatore con altri Testimoni di Geova attraverso la nazione.
Inoltre, anche un dettaglio del funerale di Jenny ha attestato la vera natura della Società della Torre di Guardia e il controllo che essa esercita sui suoi membri: alla funzione, i primi quattro banchi erano riservati ai membri della famiglia, le restanti file di banchi erano per la chiesa e la gente del paese; gli ultimi posti erano pieni (gente da ogni luogo venne a partecipare al dolore della perdita di questa piccola bambina), ma i banchi riservati alla famiglia erano occupati solo da quattro persone: io, mia moglie Pat e i due fratelli di Jenny.
Nessun altro membro della famiglia partecipò al funerale: gli fu ordinato di non parteciparvi dai capi della Torre di Guardia.
L’insensibilità mostrata dalla Società della Torre di Guardia nel vietare ai parenti di partecipare al servizio funebre è incredibile.
Noi possiamo solo pregare che attraverso la nostra testimonianza coloro che sono stati presi come schiavi si sveglino alla libertà che si trova solo in Cristo Gesù

venerdì 2 dicembre 2011

Egli prese l'odio per mio padre e lo capovolse

Durante la mia infanzia e adolescenza mio padre era l'ubriaco del paese.
Raramente l'ho visto sobrio. I miei amici a scuola scherzavano di come mio padre stava disteso sul marciapiede al centro del paese, rendendosi ridicolo davanti a tutti.
I loro scherzi mi ferivano profondamente, ma non lo feci mai sapere a nessuno. Ridevo con loro. Tenevo nascosto il mio dolore.
A volte trovavo mia madre nel fienile, distesa nel letame dietro le mucche.
Lì mio padre l'aveva picchiata con un tubo fino a che non riusciva più ad alzarsi. Bollivo di rabbia mentre giuravo a me stesso: "Quando sarò abbastanza forte, lo ucciderò ". Quando papà era ubriaco e qualcuno veniva a farci visita, lo prendevo per il collo, lo trascinavo nel fienile e lo legavo. Poi parcheggiavo il suo furgone dietro al silo e dicevo a tutti che era andato a una riunione, così non poteva mettere in imbarazzo la nostra famiglia. Mentre gli legavo le mani e i piedi, allentavo un po' la corda intorno al collo sperando che, nel tentative di liberarsi, si sarebbe strozzato.
Due mesi prima del mio diploma, rientrai a casa dopo essere uscito con una ragazza e sentii mia madre piangere. Corsi nella sua stanza; lei si sedette sul letto e mi disse abbracciandomi: "Figlio mio, tuo padre mi ha spezzato il cuore. Ho perso la voglia di vivere. Tutto ciò che voglio è vivere fino al tuo diploma, poi voglio morire".Due mesi dopo mi diplomai e il venerdì successivo mia madre morì, credo di crepacuore. Odiavo mio padre per quello. Se non fossi andato via di casa per l'università, avrei potuto ucciderlo.
Ma dopo aver deciso di mettere la mia fiducia in Gesù come Salvatore e Signore, l'amore di Dio inondò la mia vita. Egli prese l'odio per mio padre e lo capovolse. Cinque mesi dopo esser diventato cristiano, mi ritrovai a guardare mio padre dritto negli occhi e dire:" Papà, ti voglio bene". Non volevo amare quell'uomo, ma lo feci. L'amore di Dio aveva cambiato il mio cuore.
Dopo essermi trasferito all'università di Wheaton, fui vittima di un grave incidente stradale causato da un uomo ubriaco. Per la convalescenza dopo l'ospedale, andai a casa e mio padre venne a trovarmi. Stranamente quel giorno era sobrio. Sembrava a disagio, camminava avanti e indietro per la stanza. Poi esplose: "Come puoi volere bene a un padre come me?". Dissi: " Papa, sei mesi fa ti odiavo, ti disprezzavo. Ma ora ho messo la mia fede in Gesù Cristo ed Egli ha cambiato la mia vita. Non posso spiegare tutto papà, ma Dio ha portato via l'odio che avevo nei tuoi confronti e lo ha sostituito con l'amore".
Parlammo per circa un'ora, poi lui disse: " Figlio mio, se Dio può fare nella mia vita quello che ha fatto nella tua, allora voglio dargliene l'opportunità".
Poi fece questa preghiera: "Dio, se sei davvero Dio e se Gesù è morto sulla croce per perdonarmi per quello che ho fatto alla mia famiglia, ho bisogno di Te.
Se Gesù può fare nella mia vita quello che Gli ho visto fare nella vita di mio figlio, allora voglio credere in Lui come Salvatore e Signore".
Udire mio padre fare questa preghiera, fu una delle gioie più grandi della mia vita. Dopo aver creduto ci vollero dai 6 ai 18 mesi perchè la mia vita cominciasse a cambiare, ma la vita di mio padre cambiò proprio davanti ai miei occhi. Era come se qualcuno lo avesse toccato e avesse acceso una luce in lui.
Dopo quel giorno toccò l'alcol solo una volta. Portò il bicchiere solo vicino alle labbra e basta, dopo 40 anni di alcolismo! Non ne aveva più bisogno.
Quattordici anni dopo morì a causa delle conseguenze dell'alcolismo, ma in quel periodo di 14 anni, più di 100 persone intorno al mio piccolo paese, diedero la loro vita a Gesù Cristo in seguito al cambiamento che videro nell'ubriaco del paese: mio padre.

martedì 22 novembre 2011

Scoprii per la prima volta il vero significato del Natale, quel giorno Gesù era nato per me e in me.

Il mio desiderio più grande consiste nel raccontare a tutti la grande fedeltà del Signore verso quelli che lo cercano, così approfitto di questa opportunità che mi é stata data per parlarne anche a voi.


Sono nata a Bari, sposata con un Sardo e vivo a Sassari. Ho risposto alla chiamata del Padre celeste nel 1985. Ricordo che mia madre era sinceramente religiosa. Nonostante il daffare era sempre presente a tutte le cerimonie che la chiesa proponeva. Spesso mi portava con sé alle numerose processioni che all’epoca si facevano. Per me era una tortura seguire delle statue che venivano portate a spalla e sinceramente provavo anche tanta paura davanti a quei visi immobili e a quegli occhi spenti. Spesso mi trovavo a pregare Gesù perché mi evitasse questa inutile passeggiata col gesso a forma di uomo e chiedevo a Lui se ciò fosse giusto e quindi di farmelo capire in qualche modo. Avevo tanti dubbi, ma purtroppo, nessuno che poteva aiutarmi a capire. Col passare del tempo il mio interesse sull’argomento divenne meno intenso. Mi capitava meno spesso di vedere qualche processione. Mi chiedevo comunque ancora che senso poteva avere la recita di preghiere davanti a statue mute. Ma purtroppo anche la mia domanda al mio Creatore rimaneva senza risposta. E´ pur vero che i tempi del Signore non sono i nostri e che Dio porta sempre a termine l’opera che ha iniziato, infatti il mio desiderio di conoscere la verità era come un fuoco coperto dalla cenere, ma pur sempre vivo.

Molti anni dopo mi sposai ed emigrammo dopo dieci mesi in Svizzera.

 Qualche tempo dopo, bussarono alla nostra casa delle persone che ci proposero di leggere con loro la Bibbia, erano estremamente gentili e soprattutto perseveranti. Alla fine convinsero mio marito ad accettare le loro visite. Per quanto non mi sentissi preparata per affrontare una discussione con loro, il mio desiderio di conoscere era veramente grande, così alcune volte partecipai anch’io a quegl’incontri. Col passare del tempo mio marito si rese conto che queste persone, forse in buona fede, interpretavano la Parola di Dio in modo personale non commentando i versetti in modo continuativo ma tagliandoli secondo le necessità, perciò con gentilezza, ma con estrema fermezza chiese loro di non venire più. Questo suo atteggiamento mi dispiacque, proprio perché cominciavo ad interessarmi a quella straordinaria Parola scritta. Per un certo periodo frequentai la loro sala di riunioni, ma purtroppo o fortunatamente, l’uomo che avevo sposato vedendo il mio strano cambiamento, mi chiese di desistere e, visto che tergiversavo, mi pose davanti ad una scelta: o lui o quelle persone. Questo suo modo di fare provocò tra noi ripetute discussioni e dopo un’accesa lite, mi venne spontaneo chiedermi se veramente il Signore voleva questo atteggiamento da parte mia e se Dio approvava questi litigi fra sposi fatti nel Suo nome.  La certezza che Egli può vedere nel mio cuore, mi suggerì di attendere, certamente il Creatore di tutte le cose avrebbe trovato una soluzione anche ai miei problemi; il mio desiderio di conoscerLo era sincero e così pure di sapere che programma avesse Egli per la mia vita. Dopo qualche tempo ci trasferimmo a Sassari, trovando in quella città una soluzione definitiva ai nostri spostamenti, sia per quanto riguarda il lavoro che per la casa. Non si era più toccato il discorso sulla fede, ma dentro di me il desiderio di conoscere Dio cresceva sempre più fino a star male. Non mi mancava nulla, eppure ero priva di ciò che più conta. Avevo una fame un desiderio intenso di Dio. Quante notti trascorsi a pensare cosa fare!? Alla fine chiesi a mio marito di frequentare le riunioni di quella setta conosciuta in Svizzera. Visto il mio malessere mi permise di andarci, per vietarmelo non appena si rese conto che la situazione stava di nuovo degenerando; certo io non capivo gli errori che mi venivano impartiti per verità e mio marito non poteva dirmi dove trovarla. Così l’unica alternativa per me era di stare dove almeno si parlava di Dio. Davanti alla mia decisione di non lasciar perdere, mio marito si chiuse in un mutismo assoluto. Si comportava come se non ci fossi a casa e se gli parlavo non mi rispondeva. Era una situazione tragica, mi trovavo fuori dalla mia città, non abbiamo figli e mio marito rappresenta per me una vasta gamma di affetti. Vedermi respinta mi procurava un intenso dolore, era pur vero che questa volta se costretta a scegliere tra mio marito e il Signore non avrei avuto più esitazioni, sentivo bene nella mia mente la frase di Gesù che dice: : <<Chi ama padre o madre più di me non é degno di me>>, desideravo che il Signore sapesse che Lui contava per me più di tutti.

Intanto arrivò il periodo che precede il Natale.

Mio marito decise di trascorrerlo con i suoi parenti nel suo paese d’origine, informandomi che mi avrebbe portata con sé solo a condizione che lasciassi quella denominazione religiosa. Al mio rifiuto partì lasciandomi sola. Non posso descrivere ciò che provai, il dolore, la tristezza, la solitudine mi avvolsero come un manto stringendomi il cuore. Attesi per un po' sperando che fosse un brutto scherzo, poi m’inginocchiai e gridai al Signore tutto il mio dolore e la disperazione dovuta solamente al fatto che desideravo conoscerLo nel modo giusto per servirLo ed ubbidirGli secondo verità. Gli dissi:<<Tu vedi cosa succede e conosci ogni cosa, aiutami a fare ciò che per Te va bene.>> Dopo questa preghiera sentii una serenità mai provata prima e la consapevolezza che non ero sola. Il Signore era con me. Scoprii per la prima volta il vero significato del Natale, quel giorno Gesù era nato per me e in me. Mi disposi a trascorrere quel giorno e i seguenti come Egli avrebbe voluto. Il giorno seguente le mie cognate mi telefonarono da Fonni, dove si trovava mio marito, invitandomi a raggiungerli con l’altro loro fratello che non era ancora partito. Decisi di andare, benché sapessi che non avrei trovato un ambiente accogliente. Già in auto mio cognato me ne disse di tutti i colori e a lui si unirono le mie cognate una volta arrivata. Non c’era proprio nessuno a difendermi, ma io ero serena sapendo di non essere più sola. Quello stesso giorno a pranzo, tra gli invitati conobbi una giovane donna: Caterina, che con dolcezza mi parlò della sua fede in Cristo e nella Sua opera compiuta per la salvezza di ogni uomo. Mi resi per la prima volta conto che le persone che frequentavo prima non consideravano Gesù come Dio, svalutando così il Suo sacrificio. Mi parlò dei suoi fratelli in Cristo e in seguito me li fece conoscere. Poco per volta iniziai a frequentare le riunioni e per mezzo degli studi biblici presi a capire tante cose, aiutata dal Signore, che mi dava intendimento per comprendere la Sua Parola. E´ bello sentire la Verità penetrarti nel cuore e sapere che é proprio così, non perché si é colti (io per vari motivi ho frequentato solo le elementari), ma solo perché Dio ci fa capire ogni cosa. Mi é veramente chiaro che Gesù é la via, la verità e la vita ... l’unica via per giungere al Padre. Ciò che più mi colpì di questa comunità ”EVANGELICA” è stato il fatto che, aiutati dal Signore mettono in pratica ciò che predicano. Così dopo qualche tempo accettai di far parte, non di un gruppo di persone, per quanto simpatiche, ma della chiesa di Cristo che loro rappresentano. Dal giorno che ho deciso di seguire ciò che Gesù ci insegna nella Sua Parola, ho conosciuto la vera pace, inoltre anche i rapporti con mio marito sono buoni. Egli infatti riconosce che gli insegnamenti impartiti in quella comunità sono conformi alla Parola di Dio, e gli studi biblici sono fatti per lo più analizzando interi libri della Bibbia e non estrapolando alcuni versetti dal contesto o addirittura spezzandoli a nostro piacimento.

La vita Cristiana é come un viaggio ed è bello percorrere questa via tortuosa con Gesù che mi tiene per mano.

 La nostra esistenza è costellata di difficoltà, ma sono consapevole che il Signore le permette per insegnarmi ad affidare ogni cosa a Lui. Tutte le ansie che un tempo avevo, la paura della morte, le inquietudini giornaliere che mi facevano piangere così spesso erano dovute al vuoto interiore che Gesù con la Sua presenza ha colmato. E´ veramente un’esperienza molto bella vivere giorno per giorno guidati da chi ci ama ed io vorrei poter ringraziare il mio Salvatore nel modo migliore e glorificarlo come merita, ma tutte le nostre parole sono deboli espressioni verbali, rispetto a una così grande grazia, io riesco solo a dirgli:<< Grazie Gesù.>>. Il mio grazie al Signore è giornaliero, Egli si è preso cura della mia famiglia e dopo 16 anni anche mio marito ha donato la sua vita a Cristo accettando il Suo messaggio di salvezza. Per tanto tempo il mio sposo è stato un convinto sostenitore della teoria dell’evoluzione ed altre convinzioni in netta contrapposizione con la Parola di Dio. Tuttavia, come la goccia d’acqua scava la roccia, così il Signore ha operato nel suo cuore rendendolo morbido come la creta. E´proprio bello poter condividere col proprio marito la stessa fede. Ringrazio il Padre celeste per il miracolo operato in noi. Lode a Dio, lo ringrazio per le sue continue benedizioni nella nostra vita. 
                                                  Emanuella Loddo



giovedì 17 novembre 2011

Credevo nell'esistenza di Dio ma mi rendevo conto che qualcosa non andava.

"Io sono salvato Signore?". Quella era la domanda che continuava a farsi strada nella mia mente quel mercoledì sera. Era il Luglio del 1989.
Il giorno dopo, un giovedì appunto, sarei andato ad un campo giovani a Pravernara a cui partecipavo già da diversi anni .
"Io sono salvato Signore?", continuavo a ripetermi.
Diverse volte durante i campi estivi pensavo di essermi convertito per poi tornare però ad avere dubbi sulla mia salvezza. E quella sera, il dubbio non mi lasciava dormire.
Alla vigilia di un nuovo campo temevo di fare di nuovo la stessa esperienza.
Credevo nell'esistenza di Dio ma mi rendevo conto che qualcosa non andava.
Avevo sentito parlare della nuova nascita e mi chiedevo se io avessi realizzato questo.
Continuavo a rotolarmi nel letto.
Poi mi alzai e mi sedetti sul letto. Cominciai a pregare riconoscendo il mio peccato e riconoscendo che Gesù Cristo era morto al mio posto proprio affinché io potessi essere riconciliato con Dio. Chiesi al Signore di entrare nella mia vita e di darmi la certezza della salvezza.
A un certo punto successe qualcosa. Difficile descriverlo a parole.
Fu come se il Signore mi avesse abbracciato.
Fu una nuova consapevolezza, come se la mia vita cominciasse in quel momento.
La gioia irruppe prepotentemente nella mia vita.
Per la prima volta io sapevo di essere al sicuro nelle braccia del Signore.
Sono passati molti anni ma non ebbi mai più dubbi sulla mia salvezza.
"Io sono salvato Signore?" avevo chiesto. Quella sera il Signore mi aveva risposto: SI. (OMAR S.)

martedì 8 novembre 2011

Sono un mostro, una pezza tutta ricucita! Nessuno mi ama!

Caro lettore/lettrice, ciao!
Mi presento: il mio nome è Santa.
La ragione che mi spinge a scriverti è una semplice parola : " AMORE".
Desidero raccontarti brevemente la mia ricerca disperata dell'amore, che tutti avevano tranne me. L'amore di una madre e della famiglia, quello di un'amica, l'amore di un uomo e anche quello dei bambini.
Nel 1974, all'età di solo quattro anni un muretto mi cadde addosso e a causa di ciò ho perso completamente l'arto destro.
Ero così innocente! Non capivo che ero diversa dagli altri bambini, non stavo ferma mi davo da fare per muovermi tirando il mio corpo con le braccia.
Una volta cresciuta, la mia famiglia e la società in cui vivevo mi hanno fatto ricredere. All'età di otto anni nel mio cuore fu seminato il RIFIUTO, conosci questo seme? Io conosco sia l'albero che il frutto! Questo seme nel mio cuore fu abbeverato con frasi del tipo:
- Non vali niente!
- Sei diversa dagli altri!
- Ti sei resa conto che sei malata?
- Metti la gonna lunga così non si vede che sei con una gamba!
- Ti serve una gamba? Se vuoi te la presto!
- Se morivi era meglio!
- Devi pensare a mettere da parte i soldi per il tuo funerale!
- Incomincia a risparmiare per quando sarai vecchia, senza soldi nessuno si prenderà cura di te!
- Preferisco sposare una donnaccia e non una con una gamba!
- Nessuno deve ridere alle mie spalle, con te accanto lo farebbero!
- Sei una bella ragazza, sei dolce, intelligente, da sposare peccato che sei con una gamba!
-Se ti ho dato attenzione io, pensi che altri te ne diano?
-Mi vergogno a farti salire nella mia macchina!
- Se avessi l'altra gamba saresti la mia fidanzata!
Caro lettore/lettrice, l'elenco sarebbe molto lungo, mi fermo anche perchè eè doloroso per me continuare.
Ho trascorso un'infanzia brutta, ho vissuto tanti anni della mia vita isolata dal mondo, leggevo, guardavo la tv e sognavo. Avvolte sognavo di essere una brava cantante, una brava ballerina, una brava moglie e anche una brava madre. Sognavo di essere una principessa, portavo nel mio castello tutti i bambini abbandonati per dargli ciò che io e loro non conoscevamo: " l'AMORE ".
Intanto il seme del rifiuto cresceva e poi diede i suoi frutti:
- Perchè non sono morta!
- Perchè quel muro non mi ha preso la testa invece della gamba!
- Sono un peso!
- Non è colpa mia se sono così!
- Perchè si vergognano di me, mi manca solo un pezzo di carne!
- Nessuno vuole conoscere la mia anima?
- Sono un essere umano come gli altri, ho dei sentimenti non sono un robot!
- Quando una bambola si rompe si butta, non ci si gioca più, sono stata messa da parte!
- Sono un mostro, una pezza tutta ricucita!
- Nessuno mi ama!
- Tu non hai il diritto di essere amata. RASSEGNATI!
Nell' 89 decisi di farmi scoppiare il cuore con il cibo, in poco tempo sono aumentata 30 chili. Le parole dei miei famigliari non migliorarono, anzi peggiorarono. Di certo non usarono parole intelligenti impastate di affetto e amore ma, parole che ferivano la mia anima.
Una notte piangevo. Ti è mai capitato di piangere silenziosamente? Il cuore scoppia, gli occhi sembrano voler uscire dalle orbite e il respiro si ferma quasi da soffocare; questa è la reazione del corpo. E quando piange l'anima? Non riesco a spiegare con parole il dolore che si prova, so solo che mi addormentavo sfinita e per un pò di giorni stavo tranquilla.
Una notte il frutto dell'albero venne fuori per insidiare la mia anima, quella notte fu speciale perchè gridai a quel Dio che dicevano essere un Dio d'amore, gli dissi: " tutti dicono che sei un Dio d'amore, mostrami Tu il tuo amore visto che nessuno mi ama". Non passò molto da quella notte, il 17 marzo del 1992 ho aperto il mio cuore a Gesù e da quel giorno è iniziata la mia ascesa verso il cielo. Tutti i giorni il Signore m'incoraggia ad andare avanti per mezzo della sua parola. Gli anni trascorsi dopo non sono stati facili per niente, anzi peggio, Dio non mi ha mai deluso e nemmeno abbandonato. Dal 1992 a oggi ho lottato contro pregiudizi, discriminazione, ignoranza, maldicenza, invidia, calunnia, ho lottato tanto con me stessa, con la depressione, con la bulimia, con la noressia.
Da quindici anni vivo da sola, ho preso la patente, ho comprato la macchina, ho amici, frequento un'assemblea dove si predica la salvezza per grazia, mi occupo della mia casa, faccio giardinaggio. Qundo posso vado a dei convegni per approfondire la Parola di Dio. Ho conosciuto credenti di varie nazioni e tanti italiani. Oggi in famiglia sono stimata, amata (a modo loro).
Per finire voglio citarti un passo della lettera di Paolo ai Corinzi : " Dio ha scelto le cose pazze del mondo per svergognare i sapienti, Dio ha scelto le cose deboli del mondo per svergognare le forti; Dio ha scelto le cose ignobili del mondo e le cose disprezzate, anzi le cose che non sono, per ridurre al niente le cose che sono, perchè nessuno si vanti di fronte a Dio".
Un giorno quando le forze mi abbandoneranno forse finirò sulla sedia a rotelle e quando accadrà chi mi guarderà sarà costretto a spalancare la bocca, incredulo di fronte alla mia tenace fiducia in Dio. La mia vita sarà una prova vivente che Dio funziona, la mia fede inviterà chi mi sta accanto ad esaminarla e a pensare più di una volta a Dio. Ho perso un pezzo di carne ma ho trovato una grande ricchezza, l'Eterno e unico Dio!
Non è mia intenzione farti cambiare credo o religione, non è compito mio ma di Dio, il mio compito è quello di glorificare Dio testimoniando come Lui si è chinato su di me e mi ha tratto fuori da una fossa di perdizione, dalle tenebre più buie e mi ha portato nel Suo regno glorioso e celeste.
L'amore umano non potrà mai soddisfarci, l'amore di Dio si! Se questo amore diventerà tuo condividilo con altri a partire dalla tua famiglia.
Concludo invitandoti a farmi delle domande per avere chiarezze.
Il Signore ti benedica!

venerdì 21 ottobre 2011

PERCHE' DIO PERMETTEVA QUELLE COSE ,PERCHE' UN DOLORE COSI GRANDE ??

LA mia storia di credente che ha accettato nel suo cuore CRISTO GESU' risale a un po' di tempo fa'.sono nata e cresciuta in una famiglia di credenti,il mio babbo ANTONIO  Q.,ha conosciuto il SIGNORE quando nacque mio fratello ',e da li un po' alla volta tutta la famiglia numerosa ,12 figli ,abbiamo cominciato il nostro percorso.


IO sono la dodicesima ,quindi la piu' piccola ,ho dei ricordi bellissimi ,quando in casa vi erano sempre ospiti,papa' adoravo ospitare i fratelli e sorelle,e io mi ricordo che dalla mia stanza prendevo il mio cuscino e dicevo a papà -dove vado a dormire stasera ,la mia stanza è occupata.Papa' allora mi abbracciava e mi potava con se' e mamma,Questi sono ricordi meravigliosi che conservo nel cuore ,perche' mi hanno insegnato ad amare il prossimo e ad essere sempre sorridenti con gli altri.DEtto un po' di storia per farvi capire dove sono vissuta ,be che dire io sono cresciuta nella sala di barra ,proovincia di napoli,dove vi erano tanti fratelli e sorelle ,tra cui la mia famiglia ,quindi le cose che DIO ci insegnava ,il modo di comportarsi e di come diventare una figlia di DIO ,io lo sapevo molto bene,ma sai all'eta' di 13 anni pensi che comunque la tua vita sia a posto ,ero brava ,figlia di credenti,non uscivo mai,quindi non sentivo la necessita' di riconscere i miei peccati.Mi ricordo benissimo ,una domenica durante il culto d'adorazione ,una sala gremita di persone fui chiamata ad alzarmi con altre persone ,e ve lo dico col cuore ,non so se fui presa dall'emozione o dalla timidezza ,alla domanda che mi fecero i responsabili :accetti
GESU' NEL TUO CUORE:,IO RISPOSI SI


.MI sentivo molto emozionata ,avevo finalmente conoscuito la verita'e fatta mia ,ma il mio percorso col SIGNORE è stato molto complicato,vuoi per la tenera età ,vuoi forse perchè avevo accettato GESU' nel mio cuore,ma non avevo realizzato la mia vita il mio percorso con lui.MI sono sposata ,ho avuto due figli ,meravigliosi, il primo _luca -è nato con la sindrome di down ,e con una delle cardiopatie più difficili,la tetralogia di fallott,e poi dopo poco è nata N. ,la mia principessa.BENE quando è nato luca io avevo solo 20 anni ,giovannissima con mio marito ci siamo trovati davanti ad una situazione troppo grande per noi ,subito sono partiti una serie di interventi al cuore ,e tutti con serie complicazioni ,fino a toccare nel secondo ,il coma,Pero' in tutto questo io sono stata sempre molto forte ,fà parte del mio carattere,dicevo sempre a tutti che DIO ci avrebbe aiutato in quelle situazioni ,ma io mi ponevo sempre la stessa domanda :
PERCHE' DIO PERMETTEVA QUELLE COSE ,PERCHE' UN DOLORE COSI GRANDE ,VEDERE UN FIGLIO SOFFRIRE COSI,PERCHE ' A ME COSA AVEVO FATTO DI MALE:
questo dimostrAva solo che non avevo unrapporto di comunione intenso con DIO.Sono passati un po' di anni,e devo dire la verita' non camminando sempre come DIO ci dice di fare ,di testimoniare della sua parola ,di essere di esempio per le persone che ci stanno vicino e che non sono credenti,non sempre lo fatto e chiedo scusa per questo,ma adesso posso testimoniare a voce alta che ho compreso cio' che DIO voleva farmi capire,non bisogna mai rendere grazie a DIO solo quando le cose della tua vita vanno bene,EGLI ha un piano per ognuno di noi ,ein tutti i momenti ,anche quelli brutti quando di vedi crollare il mondo adosso ,quando ci sono seri problemi economici,bisogna lodare sempre DIO ,essergli fedeli,trovare la pace in lui ,la serenità ,i suoi piani i suoi progetti per noi ,non sono i nostri ,ma bisogna che i nostri cuori siano predispoti a ringraziarlo sempre ,a lodarlo sempre ,perchè egli ha fatto il piu' grande sacrificio ,quello di morire sulla croce per noi e salvarci ,la salvezza è per tutti ,bisogna cercare il suo amore per essere salvati e rinnovati ROMANI10-13 TROVIAMO scritto :chiunque avrà invocato il nome del SIGNORE sarà salvato,amen.DIO è VIVENTE ,EGLI LIBERA E SALVA percio' a chi leggerà questa testimonianza dico :non aspettare ,cerca DIO è l'unico che potrà datri la salvezza dell'anima,la gioia nel cuore e quando sperimenti ,come è successo a me ,le sue meraviglie e cio' che lui ha preparato per ognuno di noi,quando gli sei fedele e lo segui lo servi ,allora avrai trovato la vera vita .ti lascio con un versetto scritto in giovanni6-40:QUESTA E' LA VOLONTA' DEL PADRE MIO,CHE CHIUNQUE CONTEMPLA IL FIGLIO E CREDE IN LUI ,ABBIA VITA ETERNA ,E IO LO RISUSCITERO' NELL'ULTIMO GIORNO.
                                                                       DAMARIS Q.