lunedì 19 dicembre 2011

Ero sconvolto. Dio mi cercava. .....

Mia madre aveva pregato molto perché fossi un vero cristiano. Tuttavia, fin dai primi anni della mia vita di studente, rifiutavo il cristianesimo; arrivai al punto di vendere, per comprarmi degli alcolici, la Bibbia che mia madre mi aveva donato. Quel libro mi dava veramente fastidio. La mia vita senza Dio fece di me un uomo dai costumi dissoluti, anche se ero stimato per le mie qualità professionali.

Quando divenni medico ospedaliero, vidi ogni tipo di disgrazia. Un giorno fu portato nel mio ambulatorio un muratore, vittima di un incidente sul lavoro. Il suo stato era disperato ed egli ne era cosciente. Ma l'avvicinarsi della morte non lo preoccupava affatto. Fui profondamente colpito dall'espressione felice sul suo viso.

Dopo la sua morte, poiché non aveva famiglia, furono esaminati in mia presenza i pochi effetti contenuti nella sua borsa. Tra le altre cose si trovava una Bibbia. Quale fu la mia sorpresa quando riconobbi che era quella che mi aveva dato mia madre! La aprii: vi era segnato il mio nome come pure un versetto scritto da lei. Chiesi ed ottenni che il libro mi fosse assegnato. L'ultimo proprietario l'aveva certamente letta molto, a giudicare dai numerosi versetti sottolineati. Ero sconvolto. Dio mi cercava. Rispondeva alle preghiere di mia madre. Non ebbi requie fino al momento in cui accettai Gesù come mio Salvatore.

Quella Bibbia è diventata per me un gran tesoro: mi ricordava mia madre, un episodio della mia vita, e soprattutto era una testimonianza della grazia del buon Pastore che continua a cercare la sua pecora perduta finché la trova.

giovedì 8 dicembre 2011

C’è qualche speranza per un uomo come me?”(TESTIMONIANZA)

Fu Charles G. Finney che raccontò questa storia.
Stava guidando un risveglio a Detroit.
Una sera quando cominciarono ad entrare in chiesa, un uomo venne da lui e gli domandò: «Sei il Dottor Finney?»
«Sì»
«Mi domando se mi farai un favore. Quando avrai terminato questa sera, vuoi venire a casa con me e parlarmi della mia anima?»
«Con piacere. Aspettami».
Finney entrò, e alcuni degli uomini presenti lo fermarono: «Fratello Finney, che cosa voleva quell’uomo?»
«Egli voleva che andassi a casa con lui»
«Non andarci»
«Mi dispiace, ma gliel’ho promesso, e devo andare con lui».
Quando la riunione finì, Finney uscì dalla porta.


L’uomo stava aspettando, prese il suo braccio e disse: «Vieni con me».
Camminarono tre o quattro isolati, voltarono in una strada laterale, scesero un vicolo, e alla seconda casa l’uomo si fermò: «Rimani qua un minuto, Fratello Finney». Mise la mano nella sua tasca, tirò fuori una chiave, e aprì la porta, si voltò verso il predicatore e disse: «Entra».
Finney entrò nella la stanza. C’era un tappeto sul pavimento, un caminetto, una scrivania, una sedia girevole, due poltrone e nient’altro.
C’era una specie di sottile tabellone divisorio tutt'intorno alla stanza eccetto dove c’era il caminetto.
Finney si voltò indietro. L’uomo aveva chiuso la porta, aveva messo la mano nella sua tasca posteriore e aveva tirato fuori una rivoltella e la stava tenendo nella sua mano. «Non intendo farti alcun male», disse: «voglio solo farti alcune domande. Intendevi dire quello che hai detto nel tuo sermone ieri sera, cioè che il Sangue di Gesù Cristo ci purifica da ogni peccato?»
«Sì, Dio dice questo».
«Fratello Finney, la vedi questa rivoltella? Ha ucciso quattro persone. E’ la mia. Due di loro sono state uccise da me, due dal mio barista in una rissa nel mio saloon. C’è speranza per un uomo come me?»Finney rispose: «Il Sangue di Gesù Cristo ci purifica da ogni peccato».«Fratello Finney, un'altra domanda. Nel retro di questo divisorio c’è un saloon. E’ di mia proprietà sia il saloon che tutto quello che c’è dentro. Noi vendiamo ogni tipo di liquore a chiunque viene dentro. Molte volte ho preso l’ultimo centesimo dalla tasca di un uomo, facendo patire la fame a sua moglie e ai suoi figli. Molte volte delle donne hanno portato qua i loro neonati e mi hanno supplicato di non vendere più nessuna bevanda alcolica ai loro mariti, ma le ho cacciate fuori ed ho continuato con la vendita del whisky. C’è speranza per un uomo come me?»
Finney disse: «Dio dice: “Il Sangue di Gesù Cristo, Suo Figliuolo, ci purifica da ogni peccato”».«Un’altra domanda, Fratello Finney. Nel retro di quest’altro divisorio c’è una casa da gioco d’azzardo, ed è disonesta come Satana. Non c’è una ruota decente in tutto il posto. E’ tutto truccato e disonesto. Un uomo lascia il saloon con dei soldi rimastigli in tasca, e noi lì glieli portiamo via. Degli uomini sono usciti da quel posto di gioco d’azzardo per commettere suicidio quando i loro soldi, e forse i soldi datigli in custodia, erano tutti finiti. C’è qualche speranza per un uomo come me?»
«Dio dice: “Il Sangue di Gesù Cristo, Suo Figliuolo, ci purifica da ogni peccato”».
«Un'altra domanda ancora e dopo ti lascerò andare. Quando uscirai fuori da questo vicolo, voltati a destra verso la strada, guarda dall’altra parte della strada, e là vedrai una casa di pietre marrone di due piani – è la mia casa. E’ di mia proprietà. Là ci sono mia moglie e mia figlia di undici anni di nome Margaret. Tredici anni fa andai a New York per affari. Incontrai una bella ragazza. Le mentii. Le dissi che ero un agente di borsa, ed ella mi sposò. La portai qua, e quando scoprì i miei affari, questo le spezzò il cuore. Ho reso la sua vita un inferno sulla terra. Sono tornato a casa ubriaco, l’ho picchiata, ho abusato di lei, l’ho chiusa fuori di casa, ho reso la sua vita più miserabile di quella di qualsiasi bestia selvaggia. Un mese fa circa, una sera andai a casa ubriaco. Mia moglie in qualche maniera mi intralciò e cominciai a picchiarla. Mia figlia si gettò tra di noi. Schiaffeggiai quella ragazza, la sbattei contro una stufa rovente. Il suo braccio è bruciato dalla spalla al polso. Fratello Finney, c’è speranza per un uomo come me?»

Finney afferrò le spalle di quell’uomo, lo scosse e disse: «O figliolo, che triste storia che hai da raccontare! Ma Dio dice: “Il Sangue di Gesù Cristo, Suo Figliuolo, ci purifica da ogni peccato”».
L’uomo disse: «Grazie. Grazie tanto. Prega per me. Domani sera verrò in chiesa».
Finney andò a casa e a fare le sue faccende. La mattina successiva, alle sette circa, l’uomo del saloon uscì fuori dal suo ufficio e cominciò ad attraversare la strada. La sua cravatta era di traverso, la sua faccia era coperta di polvere, coperta di sudore e macchiata dalle lacrime. Stava dondolando come se fosse ubriaco.
Ma torniamo a quella stanza. Aveva preso la sedia girevole e aveva sfasciato lo specchio, il caminetto, la scrivania e le altre sedie. Aveva sfasciato il divisorio in ogni lato. Ogni bottiglia, ogni barile, ogni banco e ogni specchio in quel saloon fu frantumato e rotto. La segatura stava galleggiando alto fino alla caviglia in un terribile miscuglio di birra, gin, whisky e vino. Nell’azienda del gioco d’azzardo i tavoli furono frantumati, i dadi e le carte da gioco erano nel caminetto a bruciare.
Andò dall’altro lato della strada barcollando, salì sulle scale di casa sua, e si sedette pesantemente sulla sedia della sua stanza.
Sua moglie chiamò la figlia e le disse: «vai al piano di sopra a dire a papà che la colazione è pronta».
La ragazza salì lentamente le scale. Mezza intimorita, stette in piedi sulla porta e disse: «Papà, la mamma ha detto che la colazione è pronta; ha detto di scendere».
«Maggie, tesoro, papà non vuole nessuna colazione».
La ragazza non camminò, volò giù per le scale: «Mamma, papà ha detto: “Maggie, tesoro” e egli non …»
«Maggie, tu non hai capito. Vai su di nuovo a dire a papà di scendere giù».
Maggie salì di nuovo al piano di sopra seguita da sua madre. L’uomo alzò gli occhi appena sentì i passi della bambina, allargò le sue ginocchia e disse: «Maggie, vieni qua».
Timidamente, terrorizzata e tremante, andò da lui.
Lui la alzò, la mise sulle sue ginocchia, strinse la sua faccia al petto della piccola e pianse.
La moglie che stava in piedi alla porta, non sapeva cosa era successo.
Dopo un po’ di tempo, egli la notò e disse: «Moglie, vieni qua».
La fece sedere sull’altro suo ginocchio, gettò le sue grosse braccia attorno a quelle due anime che amava ma di cui aveva così spaventosamente abusato, abbassò la sua testa tra loro e pianse singhiozzando fino a che la stanza quasi tremò per l’impatto della sua emozione.
Dopo alcuni minuti, controllò se stesso, guardò in faccia sua moglie e la sua bambina e disse: «Moglie, figlia, non avete più bisogno di avere paura di me. Dio, oggi, vi ha portato a casa un uomo nuovo, un nuovo padre».La stessa sera quell’uomo, sua moglie e la bambina camminarono lungo il corridoio della chiesa, diedero il loro cuore a Cristo e si unirono alla chiesa.


da: Liberty Prison Ministries Tracts

Io non lo so Dio come fece, ma giorno dopo giorno ho visto le cose cambiare

Frequentavo l'elite della città, ero un liceale e snobbavo i credenti ...

Correva l'anno 1990, erano trascorsi i mitici anni '80, avevo compiuto già i miei diciotto anni, la mia agognata maggiore età. Avevo aspettato quel momento da anni, quante cose avrei potuto fare adesso a diciotto anni: la patente, l'indipendenza.
Frequentavo la IV° Liceo Classico, pensavo di finire il liceo, iscrivermi all'univesità, poi avrei cercato un lavoro col titolo di studio che avrei conseguito, e poi chissà avrei pensato di farmi una famiglia.
Avevo programmato tutto per la mia vita : "Io ero l'artefice della mia fortuna".
La mia famiglia non era ricca, nè benestante, vivevamo dignitosamente col lavoro di mio padre (aveva una bottega di Fabbro), mia madre era casalinga, due sorelle e un fratello.
Mio padre col suo lavoro era riuscito a costruirsi una casa grande di cui una parte era adibita ad officina per il suo lavoro. Qualche tempo dopo, una grande crisi economica si abbattè sul lavoro di mio padre, che lo costrinse a contrarre tanti debiti, fino al punto che, dovette emigrare dalla Sicilia nel nord Italia per trovare lavoro.
Così rimanemmo soli, mio padre ritornava due volte l'anno per le feste.
Mia madre si ritrovò ad aver a che fare con Banche e creditori di ogni genere; la nostra casa venne messa all'Asta.
E' stato un momento terribile che mai dimenticherò.
Fu allora che mia madre cominciò a cercare il Signore; una sua amica le parlò di un Dio vivente che la poteva aiutare.
Fu così che cominciò ad andare nella Chiesa Evangelica.
Io non lo so Dio come fece, ma giorno dopo giorno ho visto le cose cambiare: mio padre cominciò a guadagnare tanto, i creditori venivano pagati, nel giro di pochi anni pagammo tutti i debiti che ammontavano a centinaia di milioni.
Pian piano, tutti i membri della mia famiglia si convertirono all' Evangelo.
Ma ritornando a quel 1990: Io ero convinto che solo un essere soprannaturale poteva aver fatto quello che Dio fece nella mia casa, ma non volevo sconvolgere la mia vita.
Avevo preordinato tutto nella mia vita e non c'era spazio per Dio.
Qualcosa accadde: un mio amico più avanti negli anni e negli studi, morì investito da un soldato americano il giorno della sua Laurea. Anche lui aveva i suoi sogni e dei progetti per la vita, ma tutto finì per lui, su quella strada polverosa della Sicilia.
Questa morte tragica mi spinse a riflettere sul significato della vita e della mia in particolare, avevo studiato le elucubrazioni e meditazioni dei filosofi e saggi antichi, le loro ricette per la felicità e per le risposte ai grandi interrogativi della vita.
Cominciai per curiosità a frequentare le chiese evangeliche: erano carini con me e interessati, loro invece mi infastidivano e un po' li snobbavo.
Io ero un liceale, frequentavo l'elite della mia città. Quelle persone erano umili, poco istruite; io "sapevo il greco e il latino", loro parlavano con i versi della bibbia, ma i loro volti emanavano una luce e una gioia che non riuscivo a capire. Cercavo di trovare dei punti oscuri dei lati negativi nella loro dottrina, ma niente. Fu in occasione di una predica che trattava della salvezza offerta da Dio a tutti, che io risposi all'appello del predicatore: cominciai a piangere davanti al Signore, chiesi perdono al Signore dei miei peccati, sentii una pace che non avevo provato prima, avevo la certezza che Dio mi aveva perdonato.
Dio mi diede grazia di diplomarmi, ma i progetti che mi ero prefissati non mi interessavano, adesso nella mia vita c'era Dio, sarebbe stato Dio a farmi capire cosa avrei dovuto fare. Avevo tanta fame della Sua Parola, così lessi e rilessi la Bibbia; il Signore mi accompagnava con la Sua presenza.
Tutte le mie amicizie mi abbandonarono perchè non ero più lo stesso.
Conobbi una ragazza nella chiesa che di li a qualche anno sarebbe diventata mia moglie.
Adesso sono sposato, ho due figli.
In questi 14 anni ho visto la mano del Signore sopra di me e la mia famiglia: ho attraversato dei momenti difficili ma il Signore è stato con me.
Non mi pento di averlo accettato e di avergli dato il comando della mia vita.
Oggi ho 33 anni e ogni qualvolta nella chiesa entra un giovane non convertito, mi rivedo il lui: si guarda attorno, ride quando qualche fratello o sorella testimonia, magari non in perfetto italiano, si distrae durante il culto, penso a come ero io prima di accettare il Signore e spero che gli eventi si ripetano; IL SIGNORE E' LO STESSO OGGI , IERI ED IN ETERNO.
Se leggi questa testimonianza sappi che Gesù è una persona reale e vivente e che ha dato la Sua giovane vita per te e per me. AccettaLo nel tuo cuore e DIO TI BENEDIRA'

                                                                                                                                                             S D.

sabato 3 dicembre 2011

Gesù è la cosa più vera che mi potesse mai capitare




 Caro amico lettore,
chi ti scrive è una giovane donna di vent’anni il cui nome è Esther.
Da sempre la mia vita è andata avanti con un tono abbastanza tranquillo ed equilibrato, sicuramente perché ho avuto la grazia di poter nascere in una famiglia basata sui sani valori biblici e quindi anche morali. Fin da fanciulla i miei genitori mi hanno portata in chiesa, frequentando così la scuola domenicale, e il personaggio principale trattato nei vari anni che passavano era sempre lo stesso: Gesù , il figlio di Dio che, fattosi uomo per un  puro gesto d’amore, scelse di morire sul duro legno della croce per il peccato dell’intera umanità.
Questa verità nel tempo ha sicuramente influenzato la mia crescita: sapere che ci fosse un Dio che mi amava e proteggeva la mia vita costantemente mi portava ad avere pace e tanta tranquillità. Tutto questo durò fino a quando non abbandonai la mia beata fanciullezza e non iniziai la critica fase adolescenziale.
Da sempre sono stata una persona socievole e di facili amicizie, il mio carattere mi portava ad avere sempre qualcuno con cui ridere e scherzare e, anche quando incontravo delle difficoltà, c’era sempre qualcuno con cui io potessi sfogarmi e parlare (anche se presto, a mie amare spese, imparai che non tutte le persone chiamate amici si comportano poi come tali!).
Mi piaceva essere spesso al centro dell’attenzione per poter intrattenere gli altri con battute e risate, ma questo mio atteggiamento con il tempo si trasformò in una vera e propria maschera per poter nascondere quei sentimenti che si facevano spazio nel mio cuore: insicurezza, paura del futuro e soprattutto della morte, ma ciò che più non riuscivo a sopportare davvero era il senso di una forte solitudine interiore.
Mi sembrava impossibile da accettare: io che non ero mai stata sola, io che gratuitamente avevo donato affetto, ora mi sentivo abbandonata proprio dalle persone che consideravo tanto care e impossibili da perdere.
Sarà stata forse la mia troppa emotività, ma tutto questo comunque mi fece entrare in una forte crisi; fuori casa il mio orgoglio mi portava a essere una persona allegra e di compagnia, ma quando tornavo a casa la mia delusione si trasformava in ribellione verso i miei genitori e la sera, quando pensavo che nessuno potesse sentirmi, piangevo ininterrottamente.

Oggi con qualche anno in più, riguardando indietro al mio passato mi rendo conto che spesso ciò che ci fa soffrire non è il problema che dobbiamo affrontare, ma è solo la conseguenza di ciò che è il vero problema!
Avevo 16 anni quando compresi il vero motivo per cui il mio cuore si affliggeva: il vuoto che riempiva la mia vita era dovuto alla mancanza di qualcosa di vero e insostituibile, GESU’ CRISTO! Sono ormai 4 anni che ho deciso per Lui, è vero ciò che dice la storia e cioè che Egli è morto sulla croce, ma è vero anche che il terzo giorno è risorto; Gesù è ancora oggi vivente e pronto ad operare nella vita di quanti crederanno e si affideranno a Lui con tutto il loro cuore.
E’ stato così semplice! Ciò che ho dovuto fare è stato solo un gesto di fede e riconoscere i miei peccati, confessarli a Lui con vero pentimento e chiederGli di entrare nel mio cuore. Cosa c’è di più semplice e tanto meraviglioso?
In breve tempo la mia vita è cambiata, tutta la ribellione del mio cuore Dio l’ ha trasformata in amore, la solitudine che sentivo dentro mi ha portata a scoprire l’amicizia di Dio e anche quella di quanti come me hanno deciso di essere Suoi figli. La paura per il futuro e della morte? Beh, con Gesù sto imparando a vivere giorno per giorno e a rendere ogni mio respiro un motivo per cui ringraziarlo; Gesù non mi ha detto che non attraverserò prove e difficoltà ma mi ha promesso che anche quando attraverserò la montagna più alta Egli sarà con me; oggi non temo più la morte perché quando quel giorno il mio Signore deciderà di chiamarmi a “casa”, so per certo che vivrò con Lui in eterno.

Ora non posso fare più a meno di Lui, Gesù è la cosa più vera che mi potesse mai capitare, ha riempito la mia vita di pace e di serenità, Lui è il mio Dio, il Creatore di ogni cosa, per la sua grazia sono una sua figlia, so di essere l’oggetto del suo amore e non perché io sia una donna di particolare importanza, ma solamente perché la sua misericordia è tanta nei miei confronti. Dio mi ama semplicemente per quello che sono, cosa c’è di più bello? 

                                                                              A. Esther.

Volevano che nostra figlia morisse.,,,

Volevano che nostra figlia morisse.
(Un
ex Testimone di Geova racconta l'assurda concezione della trasfusione di sangue).
Al cristiano medio, il nome Testimoni di Geova fa venire alla mente un gruppo di persone vestite ordinatamente che vanno di porta a porta nel vicinato, vendendo la rivista della Torre di Guardia Invece, quando io penso ai Testimoni di Geova, mi viene alla mente una vita di schiavitù ad un culto che io ho servito per i primi 28 anni della mia vita.
Mio nonno diventò una parte della Società della Torre di Guardia nei primi anni del 1900.
I miei genitori sono dei Testimoni di Geova attivi. Mio papà è tuttora un anziano che presiede nella sua locale Sala del Regno.
Mi fu insegnato che i Testimoni di Geova avevano la sola vera religione, una religione governata dal quartiere generale della Torre di Guardia a Brooklyn, New York.
Il corpo dirigente controlla 2 milioni e trecentomila persone [Nota del traduttore: attualmente sono più di 5 milioni].
Io uso la parola "controlla" perché i Testimoni di Geova credono che tutto ciò che viene scritto dalla Torre di Guardia viene da Dio e non deve essere messo in discussione.
Essi credono che il corpo dirigente riceve "nuova luce" dagli angeli, che spiega tutto ciò che concerne la Bibbia.
Essi credono che la Torre di Guardia è la sola rappresentanza che Dio sta usando, così che al di fuori dall’organizzazione della Torre di Guardia, le persone non hanno nessuna speranza.
Essi credono che solo loro hanno la verità; che solo loro sono veri cristiani; che solo loro saranno salvati e che tutti gli altri saranno distrutti da Geova Dio nella battaglia di Armageddon.

Iniziai il servizio nella Torre di Guardia a pieno tempo nel 1971, dopo essermi ritirato dalla Scuola Superiore, dietro l’incoraggiamento dei capi della Torre di Guardia a cagione della fine del mondo che essi predissero per il 1975.
Migliaia di Testimoni di Geova incassarono polizze di assicurazione, abbandonarono carriere, e vendettero le loro possessioni per impiegare il "poco tempo che rimaneva" nell’opera del ministerio prima della fine del mondo.
Come operaio missionario, o Pioniere, andai di porta in porta cercando di convincere le persone che esse dovevano diventare dei Testimoni di Geova per piacere a Dio e forse ricevere la salvezza.
Io uso il termine "forse" perché tutti i Testimoni di Geova non sono sicuri della loro salvezza.
La via della salvezza della Torre di Guardia è basata sulle opere e non sulla grazia salvatrice nel sangue di Gesù Cristo, che noi riceviamo gratuitamente mediante la fede.
Questo sistema di opere nel vendere i libri della Torre di Guardia di porta in porta mette il Testimone di Geova in una aspettativa per la salvezza con la condizionale di fedeltà all’organizzazione e compiere tutto quello che gli viene detto di fare.
La fedeltà all’organizzazione implica l’adesione ad una moltitudine di regole e regolamenti che gli anziani della Torre di Guardia impongono con grande zelo.
La violazione di una qualsiasi regola come è stabilita dal corpo dirigente della Torre di Guardia potrebbe scaturire in punizioni e restrizioni, a secondo della gravità dell'offesa.
Gli anziani hanno il potere di portare via la salvezza, restringere la vita di preghiera, interrompere la comunicazione con la famiglia, o qualsiasi altra cosa essi credono che porterà un Testimone di Geova ribelle al pentimento.
I Testimoni di Geova devono riferire agli anziani il tempo che essi spendono nel fare il lavoro della Società e gli anziani mettono le informazioni in un archivio.
C’è un archivio per ogni membro della congregazione.
Questo archivio contiene anche qualsiasi informazione su tutti i peccati più importanti; tutta l’informazione che riguarda la vita privata del Testimone è conservata a New York in archivi generali che non vengono mai distrutti.
Siccome avevo vissuto in questo sistema tutta la mia vita, io sapevo che cosa ci si aspettava da me.
Dovevo seguire le regole e le leggi per guadagnarmi la salvezza. Ero andato di porta in porta sin da quando ero un piccolo bambino, così mi adattai facilmente al servizio a pieno tempo.
Io continuai questo servizio per un certo numero di anni, ma con poca soddisfazione.
Il peso per mantenere la quota mensile di 100 ore di "servizio", come anche la vendita di almeno 100 riviste e 40 libri, cominciò a scoraggiarmi.
Tutto questo lavoro è volontario e non ci sono salari che vengono pagati. I Testimoni devono trovare un impiego per sostenere questa opera.
Nel 1973, fui accettato per andare al Quartiere Generale Mondiale di Brooklyn ed essere parte del vasto corpo di operai che producono la letteratura.
In una lettera personale del presidente della Società della Torre di Guardia, Nathan H. Knorr, egli dichiarò: "In aggiunta, tu otterrai un meraviglioso addestramento teocratico avanzato che è molto meglio di qualsiasi educazione secolare tu possa ottenere".
Con molto anticipo prenotai un volo per New York City. Mentre ero sull’aereo mi ricordai di tutta l’invidia dei miei amici: stavo andando a vivere con i membri del corpo dirigente, e quanto splendido sarebbe stato essere al centro di tutta l’attività del lavoro compiuto da tutte le parti nel mondo.
I miei amici mi fecero delle feste di addio e dei doni, lodando i miei orgogliosi genitori per avermi allevato così bene nell’organizzazione tanto che essi potevano vedere il loro figlio andare in tale posto.

Poco dopo essere arrivato a New York, si consumò l’illusione dato che fui assegnato al lavoro nella fabbrica.
Duro lavoro, e apprendere a fondo le linee di condotta dell'organizzazione fu "l'addestramento" che ricevetti al Quartiere Generale della Torre di Guardia.
Lo spazio non mi permette di dire i dettagli di quello che sperimentai mentre passavo lunghe ore a lavorare nella legatoria dei libri. Là io "alimentai le macchine per l'Organizzazione di Dio".
Ricordo lo stress mentale di una abbondanza di regole e regolamenti. Il piano maestro dei leaders della Torre di Guardia controllava dove andavo, cosa facevo e come lo facevo.
Dopo avere passato tre anni al Quartiere Generale, mi ritrovai senza soldi quando volli vivere "fuori nel mondo" (la nostra paga era di 14 $ al mese).
Imparai la dura realtà di cercare di vivere con nessuna educazione o abilità: i Testimoni di Geova sono fortemente scoraggiati dal frequentare la scuola secondaria.
Mi sposai con una brava ragazza Testimone di Geova, e stabilimmo assieme di cercare di piacere a Dio nella maniera migliore che sapevamo; eravamo dei bravi Testimoni di Geova e seguivamo tutte le regole e tutte le leggi.
Mia moglie era stata una missionaria per otto anni: era stata mandata in diverse parti degli Stati Uniti nel suo lavoro, sotto la direzione della Società Torre di Guardia.
Dopo che fui tornato a casa con un "archivio completamente pulito" dall’ufficio di New York, gli anziani locali mi hanno impegnato, piuttosto ampiamente, nell’insegnamento dal palco.
La maggior parte dei Testimoni di Geova sanno che chiunque abbia trascorso del tempo al quartiere generale è speciale ed è degno di maggiore responsabilità nella congregazione locale.
Dato che rilevavo una posizione di spicco nella congregazione, venivo esposto ed istruito nei "lavori segreti" degli anziani: era eccitante andare in giro di notte, seguire i membri della congregazione che erano sospettati di agire malamente.
Mi fu anche dato accesso agli archivi della congregazione, dove sono inseriti tutte le informazioni di tutti i membri.
Venivo anche usato nelle stesse operazioni di controllo che avevo visto fareal quartiere generale.
Nonostante tutto ciò, non mi sentivo soddisfatto e sereno. La pressione nel cercare di servire un Dio che è vendicativo e pieno di ira è più di quello che io posso descrivere.
L’organizzazione dipingeva Geova sempre come un Dio pronto a riversare la vendetta.
Tutto quello che io sapevo di Dio era quello che leggevo nella rivista della Torre di Guardia. Sì, noi leggevamo la Bibbia, ma ci era stato detto che se noi facevamo questo per interpretarla senza i libri della Torre di Guardia, noi eravamo destinati a cadere nell’errore e nell’apostasia.
Un giorno un amico mi introdusse ad un libro scritto da un ex Testimone di Geova intitolato "Trent’anni schiavo della Torre di Guardia".
Io sapevo che il mio dovere, come buon Testimone, era di segnalare il mio amico agli anziani, perché a noi era proibito leggere ogni sorta di materiale contro i Testimoni.
Ma per sfida, lessi il libro. La lettura mi turbò moltissimo, perché l’autore era un ex operaio del quartier generale, e io potevo confermare molte cose che lui citava.
Molte cose che io avevo cercato di cancellare dalla mia memoria, stavano di nuovo affiorando, e delle domande sull'autorità della Torre di Guardia mi lasciarono molto sconvolto.
L’autore del libro menzionava che egli aveva trovato spiritualmente la verità studiando la Bibbia senza le pubblicazioni della Torre di Guardia.
In quel periodo capii che lo Spirito Santo mi stava chiamando a studiare personalmente la Parola di Dio.
Nonostante noi avessimo la nostra 'Traduzione della Bibbia del Nuovo Mondo' (tradotta dalla Società Torre di Guardia e confutata da studiosi della lingua Ebraica e Greca come una versione influenzata negativamente e contorta), comprai una edizione della Nuova Bibbia Standard Americana [New American Standard Bible].

Mia moglie ed io studiavamo segretamente la nostra nuova Bibbia per lunghe ore durante la notte, scoprendo che molte delle dottrine principali per le quali noi eravamo disposti a morire erano false.
Esposi quanto appreso a mio padre, anche come anziano. Lui, vedendo che stavo mettendo in dubbio alcuni dei principali insegnamenti della Torre di Guardia, fece un rapporto agli anziani della congregazione, affinché fossimo processati per apostasia.
Dopo una lunga e triste udienza, noi ci "pentimmo" di avere messo in dubbio la Società della Torre di Guardia e ci fu permesso di rimanere Testimoni di Geova, ma fui spogliato da tutte le cariche e le responsabilità che avevo nella congregazione, e prima di essere riemmesso alle mie cariche dovevo essere sorvegliato per un periodo di tempo.
Un trasferimento per lavoro in un'altra città fu un sollievo benvenuto: non vedevo l’ora di entrare in una altra congregazione ed avere un nuovo inizio.
Ma quando mi ricordai che il verdetto di ammonizione era ancora nel mio archivio e mi avrebbe seguito dovunque sarei andato per il resto della mia vita, venne presto la delusione.
Naturalmente, gli anziani nella nuova congregazione ebbero il mio archivio appena dopo che cominciai a frequentare le riunioni.
Essi mi dissero che mi avrebbero sorvegliato per un certo tempo per vedere se queste mie idee apostate sarebbero venute di nuovo in superficie.
Mi avvertirono che se io avessi cercato di condividere tali idee con qualcuno nella congregazione, mi avrebbero scomunicato.
Promisi fedeltà all’organizzazione, e dissi che non avrei letto o detto niente che era differente dalla posizione della Torre di Guardia sulla Scrittura. Passarono due anni. Essere sotto lo scrutinio degli anziani mi lasciò molto vuoto.
Niente, neppure i miei figli, che mi avevano portato così tanta gioia, rendeva la mia vita soddisfacente.
Avevo bisogno di qualche cosa, ma cosa fosse non lo sapevo.

Per riempire questo vuoto e travare qualche appagamento, io e mia moglie, ci davamo all'alcool, ma da questo scaturì ancora più delusione.Avendo due bambini e desideravamo ardentemente una femminuccia, pensavamo che la sua presenza avrebbe portato quella felicità che mancava nella nostra famiglia.
Così il 10 Agosto 1980, nacque Jenny Leigh Blizard. Eravamo così eccitati, ma presto fummo colpiti dalla tragedia: a cinque settimane di vita a Jenny le fu diagnosticato un raro problema di sangue, non coagulava.
I medici locali ci mandarono a Sant Antonio, nel Texas, per le cure. Lì, dopo vari accertamenti, i medici ci informarono che Jenny aveva bisogno di una urgente trasfusione di sangue per salvare la sua vita.
Questo era un difficile problema per noi, perché la legge della Torre di Guardia non permette a nessun Testimone di Geova di prendere sangue, sotto qualsiasi forma.
I Testimoni di Geova portano delle tessere che dichiarano che essi non prenderanno una trasfusione di sangue in nessuna circostanza, neppure se ciò portasse alla morte.
Abbiamo chiesto un attimo per decidere. Mia moglie ed io pregammo e gridammo a Dio per delle risposte.Ricordo che dissi: "Oh Geova, come mi puoi chiedere di prendere una tale decisione, un sì o un no per la vita di Jenny! Che specie di Dio sei!"
Alla fine abbiamo comunicato ai medici che dovevamo ubbidire alla legge di Geova, anche a costo della vita di Jenny.
Gli dirigenti dell’ospedale contattarono il Dipartimento dell’Assistenza dei Bambini del Texas e fu intentata una causa contro di noi per abuso e negligenza di neonati.
Fu emesso un ordine del tribunale per assicurare che Jenny ricevesse il sangue di cui aveva bisogno per avere salva la sua vita.
Il Dipartimento dello Sceriffo di Bexar County diede a me e a mia moglie delle citazioni e avvertì il personale dell’ospedale di non permetterci di rimuovere Jenny dall’ospedale (i Testimoni di Geova durante la loro storia hanno fatto spesso uscire furtivamente dagli ospedali i pazienti per evitargli a tutti i costi le trasfusioni di sangue!).
Mia moglie ed io fummo sollevati nel nostro intimo, sapendo che Jenny avrebbe ricevuto la cura che aveva bisogno nel ricevere il sangue.
I cronisti di due giornali di Sant Antonio, il Sant Antonio Express/News e il Sant Antonio Light, seppero di Jenny e pubblicarono la storia, nonostante noi rifiutavamo di parlare ai cronisti. In uno sguardo retrospettivo, lodo il loro lavoro.
Nel frattempo, degli amici contattarono gli anziani locali, i quali prontamente vennero a visitarci. Questi erano entusiasti nel scoprire che c’era ancora tempo per portare via Jenny dall’ospedale prima che le fosse somministrato il sangue.
Io spiegai loro che la questione era fuori dal nostro controllo e che ci trovavamo sotto l’ordine del tribunale per non rimuovere Jenny.
Questo sembrò non interessargli, la loro principale preoccupazione era di portare Jenny fuori dall’ospedale.
Io sapevo che Jenny sarebbe presto morta se l’avessi rimossa dalle macchine che la tenevano viva e che sarei stato accusato di omicidio.
Certcai di spiegare questo agli anziani, ma essi replicarono: "Non ti fare scappare questa opportunità! Tu non puoi permettergli di dare del sangue a tua figlia!".
Senza indugiare obbligai loro ad andarsene, dicendogli che non potevamo permettere alla nostra bambina di morire in questa maniera: "Se questo è l’Iddio che servo, io non voglio più avere niente a che fare con Lui!".
Gli anziani lasciarono l’ospedale adirati verso di me, perché non mi ero sottomesso a loro: "Io spero", mi disse persino un anziano, "che tua figlia tramite quel sangue contragga l’epatite, solo per dimostrare che è male".
Quando alla fine tornammo a casa con Jenny, i Testimoni di Geova avevano ricevuto notizia che anche se noi avevamo protestato contro la trasfusione di sangue, noi avevamo permesso a Jenny di riceverla.
Questo ci rese dei reietti agli occhi dei Testimoni di Geova, ma non ci scomunicarono. La regola che sanciva la scomunica sarebbe stata applicata solo se io avessi deliberamente dato il permesso per la trasfusione.
In seguito a questo dei credenti vennero a casa nostra e ci aiutarono con del cibo e del denaro e in qualsiasi maniera essi potevano.
La testimonianza vivente di quelle persone ci commosse così tanto che mia moglie ed io decidemmo di ricominciare a studiare la Bibbia.
Quei mesi di intenso studio segreto della Bibbia ci portarono a concludere che avevamo vissuto nell'inganno del diavolo, eravamo stati schiavi di un sistema religioso dove si soffoca la liberta personale e di pensiero.
La Bibbia era molto chiara riguardo le dottrine e le questioni su cui ero in disappunto con la Torre di Guardia.
Lessi tutta la Bibbia nel suo contesto, senza l'aiuto di un libro o di una rivista che mi istruisse.
Il risultato di quello studio fu la scoperta che tutto quello di cui noi avevamo bisogno per la Salvezza era il Signore Gesù Cristo.
Scoprimmo che Dio è un Dio d’amore e non un Dio di ira.In una notte, mia moglie ed io, ci tenemmo per mano e donammo le nostre vite al Signore Gesù Cristo.
Improvvisamente sentimmo una liberazione nel nostro spirito; una liberazione che ci portò libertà e salvezza: eravamo "nati di nuovo".
Io non avevo mai provato qualcosa di simile in tutte le migliaia di ore che avevo speso sforzandomi di piacere a Dio come un bravo Testimone di Geova.
Adesso sapevamo che eravamo cambiati, eravamo "nuove creature" per la vita eterna, come disse l’apostolo Giovanni: "...Affinchè sappiate che voi avete la vita eterna" (1Giovanni 5:13 ).

Naturalmente, fummo prontamente allontanati dai Testimoni di Geova, e secondo le regole della scomunica, non potevamo avere nessun contatto con la nostra famiglia, con i membri e con gli amici dell'organizzazione e ai nostri genitori non sarà permesso di partecipare al nostro funerale.
Secondo la regola della Torre di Guardia, noi dobbiamo essere considerati come morti, qualsiasi Testimone di Geova colto a parlare con noi è soggetto ad un'azione giudiziaria, incluso l’allontanamento.
Effettivamente posso dire che adesso noi non siamo morti, ma molto vivi. Sì, noi siamo morti a una maniera di vivere passata, ma siamo vivi in Gesù Cristo, pieni di Spirito Santo e di potenza, salvati per il sangue dell’Agnello.
In conclusione, la condizione di Jenny era molto più seria di quanto una trasfusione di sangue poteva correggere permanentemente.
Le trasfusioni datele gli hanno prolungarono la sua vita, ma il 3 Marzo 1987, la nostra Jenny di sei anni andò a casa a stare con il Signore.Sulla pietra commemorativa di Jenny è scritto: "La speciale messaggera di Dio". Noi crediamo che lei lo fu veramente: per mezzo della sua malattia e della sua breve vita, noi arrivammo a riconoscere l'inganno della Società della Torre di Guardia, a professare e a ricevere Gesù Cristo come Salvatore e Signore e a condividere questa conoscenza di redenzione del Salvatore con altri Testimoni di Geova attraverso la nazione.
Inoltre, anche un dettaglio del funerale di Jenny ha attestato la vera natura della Società della Torre di Guardia e il controllo che essa esercita sui suoi membri: alla funzione, i primi quattro banchi erano riservati ai membri della famiglia, le restanti file di banchi erano per la chiesa e la gente del paese; gli ultimi posti erano pieni (gente da ogni luogo venne a partecipare al dolore della perdita di questa piccola bambina), ma i banchi riservati alla famiglia erano occupati solo da quattro persone: io, mia moglie Pat e i due fratelli di Jenny.
Nessun altro membro della famiglia partecipò al funerale: gli fu ordinato di non parteciparvi dai capi della Torre di Guardia.
L’insensibilità mostrata dalla Società della Torre di Guardia nel vietare ai parenti di partecipare al servizio funebre è incredibile.
Noi possiamo solo pregare che attraverso la nostra testimonianza coloro che sono stati presi come schiavi si sveglino alla libertà che si trova solo in Cristo Gesù

venerdì 2 dicembre 2011

Egli prese l'odio per mio padre e lo capovolse

Durante la mia infanzia e adolescenza mio padre era l'ubriaco del paese.
Raramente l'ho visto sobrio. I miei amici a scuola scherzavano di come mio padre stava disteso sul marciapiede al centro del paese, rendendosi ridicolo davanti a tutti.
I loro scherzi mi ferivano profondamente, ma non lo feci mai sapere a nessuno. Ridevo con loro. Tenevo nascosto il mio dolore.
A volte trovavo mia madre nel fienile, distesa nel letame dietro le mucche.
Lì mio padre l'aveva picchiata con un tubo fino a che non riusciva più ad alzarsi. Bollivo di rabbia mentre giuravo a me stesso: "Quando sarò abbastanza forte, lo ucciderò ". Quando papà era ubriaco e qualcuno veniva a farci visita, lo prendevo per il collo, lo trascinavo nel fienile e lo legavo. Poi parcheggiavo il suo furgone dietro al silo e dicevo a tutti che era andato a una riunione, così non poteva mettere in imbarazzo la nostra famiglia. Mentre gli legavo le mani e i piedi, allentavo un po' la corda intorno al collo sperando che, nel tentative di liberarsi, si sarebbe strozzato.
Due mesi prima del mio diploma, rientrai a casa dopo essere uscito con una ragazza e sentii mia madre piangere. Corsi nella sua stanza; lei si sedette sul letto e mi disse abbracciandomi: "Figlio mio, tuo padre mi ha spezzato il cuore. Ho perso la voglia di vivere. Tutto ciò che voglio è vivere fino al tuo diploma, poi voglio morire".Due mesi dopo mi diplomai e il venerdì successivo mia madre morì, credo di crepacuore. Odiavo mio padre per quello. Se non fossi andato via di casa per l'università, avrei potuto ucciderlo.
Ma dopo aver deciso di mettere la mia fiducia in Gesù come Salvatore e Signore, l'amore di Dio inondò la mia vita. Egli prese l'odio per mio padre e lo capovolse. Cinque mesi dopo esser diventato cristiano, mi ritrovai a guardare mio padre dritto negli occhi e dire:" Papà, ti voglio bene". Non volevo amare quell'uomo, ma lo feci. L'amore di Dio aveva cambiato il mio cuore.
Dopo essermi trasferito all'università di Wheaton, fui vittima di un grave incidente stradale causato da un uomo ubriaco. Per la convalescenza dopo l'ospedale, andai a casa e mio padre venne a trovarmi. Stranamente quel giorno era sobrio. Sembrava a disagio, camminava avanti e indietro per la stanza. Poi esplose: "Come puoi volere bene a un padre come me?". Dissi: " Papa, sei mesi fa ti odiavo, ti disprezzavo. Ma ora ho messo la mia fede in Gesù Cristo ed Egli ha cambiato la mia vita. Non posso spiegare tutto papà, ma Dio ha portato via l'odio che avevo nei tuoi confronti e lo ha sostituito con l'amore".
Parlammo per circa un'ora, poi lui disse: " Figlio mio, se Dio può fare nella mia vita quello che ha fatto nella tua, allora voglio dargliene l'opportunità".
Poi fece questa preghiera: "Dio, se sei davvero Dio e se Gesù è morto sulla croce per perdonarmi per quello che ho fatto alla mia famiglia, ho bisogno di Te.
Se Gesù può fare nella mia vita quello che Gli ho visto fare nella vita di mio figlio, allora voglio credere in Lui come Salvatore e Signore".
Udire mio padre fare questa preghiera, fu una delle gioie più grandi della mia vita. Dopo aver creduto ci vollero dai 6 ai 18 mesi perchè la mia vita cominciasse a cambiare, ma la vita di mio padre cambiò proprio davanti ai miei occhi. Era come se qualcuno lo avesse toccato e avesse acceso una luce in lui.
Dopo quel giorno toccò l'alcol solo una volta. Portò il bicchiere solo vicino alle labbra e basta, dopo 40 anni di alcolismo! Non ne aveva più bisogno.
Quattordici anni dopo morì a causa delle conseguenze dell'alcolismo, ma in quel periodo di 14 anni, più di 100 persone intorno al mio piccolo paese, diedero la loro vita a Gesù Cristo in seguito al cambiamento che videro nell'ubriaco del paese: mio padre.