domenica 11 marzo 2012

Dio mi cercava


testimonianza di un medico



... "Certa è questa affermazione e degna di essere pienamente accettata: che Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo. Ma mi è stata fatta misericordia, affinché Gesù Cristo dimostrasse in me, per primo, tutta la sua pazienza"

(1 Timoteo 1:15,16)

Mia madre aveva pregato molto perché fossi un vero cristiano. Tuttavia, fin dai primi anni della mia vita di studente, rifiutavo il cristianesimo; arrivai al punto di vendere, per comprarmi degli alcolici, la Bibbia che mia madre mi aveva donato. Quel libro mi dava veramente fastidio. La mia vita senza Dio fece di me un uomo dai costumi dissoluti, anche se ero stimato per le mie qualità professionali.

Quando divenni medico ospedaliero, vidi ogni tipo di disgrazia. Un giorno fu portato nel mio ambulatorio un muratore, vittima di un incidente sul lavoro. Il suo stato era disperato ed egli ne era cosciente. Ma l'avvicinarsi della morte non lo preoccupava affatto. Fui profondamente colpito dall'espressione felice sul suo viso.

Dopo la sua morte, poiché non aveva famiglia, furono esaminati in mia presenza i pochi effetti contenuti nella sua borsa. Tra le altre cose si trovava una Bibbia. Quale fu la mia sorpresa quando riconobbi che era quella che mi aveva dato mia madre! La aprii: vi era segnato il mio nome come pure un versetto scritto da lei. Chiesi ed ottenni che il libro mi fosse assegnato. L'ultimo proprietario l'aveva certamente letta molto, a giudicare dai numerosi versetti sottolineati. Ero sconvolto. Dio mi cercava. Rispondeva alle preghiere di mia madre. Non ebbi requie fino al momento in cui accettai Gesù come mio Salvatore.

Quella Bibbia è diventata per me un gran tesoro: mi ricordava mia madre, un episodio della mia vita, e soprattutto era una testimonianza della grazia del buon Pastore che continua a cercare la sua pecora perduta finché la trova

Il mattino seguente i muri della mia camera erano sempre gli stessi,ma il mio cuore era stato cambiato dall’amore di Dio

Sono nato a Losanna nel mese di
luglio. I miei genitori, in procinto
di divorziare, non sapevano cosa
farsene di un bambino.
Oggi mia madre avrebbe sicuramente
abortito, ma all’epoca i bambini
venivano abbandonati alla
nascita. I miei primi sei mesi li trascorsi
in un asilo-nido aspettando
un “acquirente.”
Quando avevo sei mesi di vita, una giovane
coppia manifestò il
desiderio di adottarmi e di
colpo, mi ritrovai a vivere
con loro, senza essere
legalmente il loro bambino.
Mi hanno sempre trattato
come se fossi il loro
figlio. Ho avuto un’infanzia felice, ignorando
sia la mia vera situazione familiare, sia i pericoli
che ciò costituiva. In quel periodo i miei
veri genitori erano divorziati. Mia madre era
alcolizzata e né lei e né mio padre, desideravano
accollarsi la responsabilità di un bambino.
Mio padre faceva il venditore ambulante e fu
durante uno dei suoi giri che incontrò questa
giovane coppia desiderosa di adottare un bambino.
In qualche modo, “fui venduto porta-aporta!”
Raggiunta l’adolescenza venne il momento
dell’adozione legale e fu allora che mia
madre naturale si rifece viva, e rifiutò di dare il
suo consenso all’adozione. Ciò sarebbe significato
per me un “ritorno alle origini” al quale
mi opposi categoricamente. Attraversai allora
una profonda crisi d’identità. Realizzai
improvvisamente che, malgrado avessi ricevuto
molto affetto dai miei genitori adottivi, in
fondo non ero il bambino di nessuno! L’uomo
che mi amava non era veramente mio padre e
colui che avrebbe dovuto esserlo, non lo era mai
stato! Abbandonai gli studi e presto cominciai a
crearmi un mondo immaginario nel quale evadere.
Ma questo non portava ad una soluzione
duratura del mio problema. La realtà era là ad
aspettarmi, ogni volta che “ritornavo con i
piedi per terra”. Un notaio riuscì, esercitando su di lei
una pressione finanziaria, a convincere mia
madre naturale a dare il suo accordo per l’adozione.
I miei genitori adottivi avevano per
legge il diritto di ricevere CHF 1’000.00 di pensione
per ogni anno che avevo trascorso con
loro. E visto che avevo vissuto da loro per
quindici anni, il calcolo per mia madre fu facile
da fare. La povera donna, alcolizzata, risposata
nel frattempo con un uomo senza lavoro, fu
obbligata a dare il consenso. Ero stato, una
volta di più, l’oggetto di un commercio, e ciò
aggravava ancora di più il mio problema.
Pensai persino di suicidarmi e devo tutto all’amore
di Dio, se oggi sono ancora vivo.
È in quel periodo che mi ricordai che i
miei genitori adottivi mi avevano dato quella
che poi si rivelò essere una buona abitudine:
leggere la Bibbia. Decisi allora di cercare la
soluzione al mio problema nella Bibbia. Un
giorno, durante le vacanze, mentre lavoravo
alla biblioteca di Neuchâtel, decisi di leggere la
mia Bibbia e più volte fui confrontato con versi
biblici come: “Sei il mio figlio, oggi ti ho generato!”
Ciò mi colpì profondamente visto che
toccavano da vicino il mio problema.
Compresi che Dio mi parlava. Sapevo che quei
versetti parlavano principalmente di Gesù. Ma
Dio li utilizzava per dirmi: “Sei il mio bambino,
oggi ti dò una vita nuova.” La sera di quella
giornata estiva del 1963, dissi a Dio che
accettavo che fosse mio Padre e che volevo
essere il suo bambino. Era un passo di fede.
Non sapevo cosa sarebbe cambiato nella mia
vita, ma sapevo che era la sola strada giusta.
Tutta la mia vita cambiò! Il mattino seguente i
muri della mia camera erano sempre gli stessi,
ma il mio cuore era stato cambiato dall’amore
di Dio. Egli aveva molte cose da cambiare nella
mia vita, e continua ancora oggi a farlo.
Ho sperimentato personalmente che “se
qualcuno è in Cristo, è una nuova creatura; le
cose vecchie sono passate ed ogni cosa è stata
fatta nuova.”Francesco G.