martedì 26 giugno 2012

Provai diverse volte a togliermi la vita, tanto non credevo né in un Dio giudice, né nell'aldilà. ...

Manuela e... i ragazzi dello Zoo di Berlino!
Mi chiamo Manuela e sono tedesca. Voglio raccontare come ho incontrato Dio e come Lui ha cambiato la mia vita distrutta dall'alcool, dalla droga e dal peccato.
Sono cresciuta in una famiglia evangelica; in Germania la maggior parte delle persone sono evangeliche.
Da bambina frequentavo la Scuola Domenicale, ascoltavo le storie riguardanti Gesù e cantavo le canzoncine di lode al Signore. A sette anni ho chiesto a Gesù di entrare nel mio cuore e ricordo la gioia che ho provato perché fermavo tutti i bambini della scuola domenicale e dicevo entusiasta: “Jesus ist in mein Herz gekommen, Jesus ist in mein Herz gekommen” (trad. “Gesù è entrato nel mio cuore). Ma i bambini mi guardavano con occhi sbalorditi. Non mi capivano, erano troppo piccoli.
Da piccola pregavo Dio ogni sera, prima di andare a letto, prima di ogni pasto e ogni volta che andavo in chiesa. Ma crescendo iniziai a dubitare che lassù qualcuno ascoltasse le mie preghiere. I miei genitori litigavano giornalmente e io pregavo sempre: “Ti prego o Dio, falli divorziare, non li sopporto più”. Ma i miei non divorziarono mai.
A circa 10 anni decisi di fare una bella sorpresa a mia madre. Asciugai i piatti del servizio migliore e li appoggiai uno sull'altro; poi presi la torre di piatti per portarli in soggiorno. Ero troppo inesperta per prevedere il pericolo che correva il bel servizio e mia madre non era in casa. La torre di piatti non arrivò mai in soggiorno, cadde sul tappeto e si spezzò a metà. Unendo i piatti, li rimisi sul tavolo della cucina. SEMBRAVANO interi e pensai “l'unica soluzione è PREGARE”. Chiesi a Dio di unirli; non mi sembrava poi così complicato, visto che avevo già fatto il lavoro di unire ogni pezzo con la sua metà.
Non accadde niente....i piatti non si saldavano.....la mamma arrivò e mi presi una bella sgridata. Col passare degli anni mi convinsi che Dio non esisteva e che tutti i cristiani erano degli esaltati: dicevano di essere salvati MA SI AUTOCONVINCEVANO di esserlo; dicevano di sentire la presenza di Dio ma non vi erano prove scientifiche che lo attestassero. Tutto il loro dire doveva essere accettato per fede. Ma io non ne avevo più.
A 16 anni pensavo di aver raccolto prove a sufficienza che i “cristiani” sono ipocriti e falsi. Avevo visto cristiani litigare, dire bugie e fare il contrario di ciò che predicavano. Pensai che almeno io non prendevo in giro nessuno. Non credevo in Dio e mi comportavo di conseguenza.
Iniziai a fumare sigarette, andare in discoteca, fumare hashish, marijuana, prendere LSD, ecc. Era un progressivo cercare delle fasi di “sballamento” sempre più alto. Con gli amici cercavamo di scambiarci le “ricette” di mix alcolici che davano più “nebbia” e un giorno ... lasciai casa mia. Il mio stile di vita non era più compatibile con la scuola o il lavoro.
Anche il mio cervello non era più quello di prima. Sapevo che ragazze come me erano finite all'ospedale psichiatrico con danni irreversibili per aver mischiando farmaci e alcol come facevo io. Ma non m'importava. Mi sentivo padrona della mia vita e come tale “avevo il diritto di distruggerla”.
Di solito gironzolavo per la Germania facendo l'autostop. Quel giorno, non so perché, avevo deciso di prendere l'autobus. Non mi avevano mai beccato senza biglietto. Quel giorno mi beccarono. Dovevo pagare 100 marchi di multa ma avevo speso tutti i soldi. Decisi di andare in “quei pub” dove è facile abbordare chi i soldi li butta per qualche minuto di piacere. Mi ubriacai per non capire niente e salii sulla macchina del tizio che aveva accettato di darmi 100 marchi.
Fu l'inizio .... della fine.
Il mio ragazzo, scoperto dove ero arrivata, mi lasciò. Partii per Berlino e sempre a passaggi arrivai allo Zoo di Berlino. Passai la notte dormendo su una panchina di pietra, come tante altre persone e l'indomani mi unii ad un gruppo di ragazzi che vivevano spacciando droga. Mi accolsero come una persona speciale perché quando chiedevo soldi ai passanti tutti erano molto generosi. Poi loro decisero di fare più soldi e mi comunicarono che avrei dovuto prostituirmi per loro. Scappai e iniziai a lavorare vendendo riviste ma il mio principale era un poco di buono e per costringermi a fare delle foto porno mi rubò il passaporto. A quel tempo esisteva ancora il Muro di Berlino e senza passaporto era impossibile lasciare la città. Volevo cambiare vita ma vedevo che nonostante tutti i miei sforzi mi mettevo sempre nei guai.
Ormai non mangiavo più. Ero ridotta ad uno scheletro ambulante. Volevo cavarmela senza Dio ma non sapevo come uscire da Berlino. Pensai di farmi arrestare dalla polizia perché almeno in carcere sarei stata al sicuro. Fu così che cominciai la mia carriera di ladro. Entravo ed uscivo dai centri commerciali rubando vestiti, cibo, oggetti. Alla fine non sapendo più dove mettere le cose rubai una valigia, misi tutto dentro e ... mi avviai verso l'uscita.
Questa volta fui presa e finii in carcere. In cella mi ritrovai con una ragazza cleptomane. Lei era disperata. Mi disse che faceva parte di una delle famiglie più benestanti di Berlino e che fra poco sarebbe arrivato il padre per farla uscire. Le chiesi perché rubava e mi disse che non lo sapeva. Veniva seguita da uno psicologo e prendeva psicofarmaci ma non riusciva a smettere. Mi raccontò che per la vergogna aveva provato più volte a togliersi la vita ma non era riuscita.
Non sapevo cosa dire. Quella ragazza mi faceva pena. Lei mi chiedeva aiuto ma io mi sentivo impotente. Inizia a pensare a Dio. Ero sempre convinta che Lui non esistesse però pensai che se in qualche luogo un Dio c'era allora era di Lui che questa ragazza aveva bisogno.
Senza rendermene conto le parlai di me, come ero cresciuta in una famiglia evangelica e di Gesù che salvava. Lei mi chiese come mai ero finita in carcere ed io risposi che mi ero allontanata da Lui. Ebbi il tempo di raccomandarle di leggere la Bibbia e di cercare una comunità evangelica e suo padre, personaggio importante di Berlino, l'aveva già tirata fuori.
Quando uscì anch'io continuai a condurre la mia vita in piena ribellione. Se i miei mi portavano in chiesa, io durante la riunione aprivo le borsette alle vecchiette vicino a me e rubavo i loro soldi. Non ascoltavo nessuna parola della predica e indurivo solo il mio cuore. I miei genitori inveivano contro a me e mi dicevano che ero persa e che ormai non c'era più speranza.
Provai diverse volte a togliermi la vita, tanto non credevo né in un Dio giudice, né nell'aldilà. Una volta lo feci mentre ero ricoverata in un ospedale. Ero stata operata di appendice. Appena uscita dalla sala operatoria mi era stato raccomandato di non mangiare. Arrivarono i miei amici tossicomani e mi portarono dolci, succhi di frutta, ecc. Ingurgitai tutto e con la ferita fresca lasciai l'ospedale e andai in piazza. Quando tornai, di notte, fui rimproverata dai medici ma a me non importava niente. Non dissi niente di ciò che avevo fatto ma .... non mi accadde niente.
Dovevo avere un angelo speciale vicino a me perché cercavo spesso di farmi del male ma in qualche modo Dio aveva pietà di me anche se non me ne accorgevo.
Un giorno un'amica mi portò sotto un grande tendone per sentire come Cristo aveva liberato tanti ragazzi drogati. Io non ascoltavo ma la sera, andando a letto, mi colpivano i loro modi affettuosi e gentili. Tutti si volevano bene e, nonostante io andassi contro le regole del campo e non rispettavo le norme più elementari, loro mi rivolgevano mille attenzioni, mi portavano il pranzo a letto, mi davano la buona notte, mi abbracciavano, mi facevano regalini, ecc. Io ero sempre scorbutica e ribelle ma loro mi dicevano “io ti amo nell'amore di Gesù”. Sentivo che la durezza del mio cuore stava per sciogliersi e NON VOLEVO! Mi piaceva la mia parte di “DURA”; non avrei permesso a nessuno di cambiarmi.
Così l'indomani, verso l'imbrunire, scappai da quella missione e decisi di prendere il primo treno che partiva per qualsiasi destinazione. Arrivata vicino alla stazione andai a sbattere contro qualcosa d'invisibile. Cercavo di oltrepassarla ma era là, come una parete di vetro che non mi permetteva di andare oltre. Pensai che fosse effetto di qualche residuo di droga, ma non ne avevo presa. Ritornai indietro ma, visto che riuscivo a camminare speditamente, decisi di rifare la via per la stazione. Nello stesso punto mi ritrovai davanti a quel muro invisibile che mi bloccava. Riprovai per tre volte ma la parete non si spostava.
Iniziai ad avere paura. Pensai che dovevo essere impazzita e di corsa ritornai sotto la tenda. Era iniziata la riunione serale. Nessuno si era accorto della mia fuga. Mi sedetti vicino alla mia amica e cominciai a pensare: “Forse .... che quella barriera era stata messa da Dio perché voleva salvarmi?”
Il mio cuore duro lottava: “I cristiani sono falsi, bugiardi, predicano quello che non fanno”. Ma la mia tesi iniziava a vacillava. Dio mi aveva permesso di vedere e toccare che i veri cristiani esistono. Avevo vissuto e dormito con quei missionari per diversi giorni e vedevo bene che la loro vita era già una testimonianza in sé, senza necessità di prediche.
Iniziai ad ascoltare il predicatore.....parlava proprio di me. Di come io avevo ignorato la presenza di Dio ma Lui aveva continuato a proteggermi e amarmi in tutti questi anni. Non era il predicatore che parlava ma Dio che diceva: “Io ti amo di un amore eterno e nel mio amore ti ho attirato a me”. Sentì quell'amore portare tanto calore al mio cuore ... finché mi sciolsi. Iniziai a piangere e a sentirmi male per tutta la mia ribellione e per i miei peccati. Chiesi perdono a Dio e Lui mi fece sentire il suo amore e il suo perdono immediatamente. Ero ritornata dal PADRE e mi sentivo tanto bene.
Non ho dovuto lottare per togliere nessun vizio. Istantaneamente ero stata liberata dal vizio del fumo, dell'alcool, della droga e mi sentivo pulita come una bambina. Ero rinata e da quel giorno inizia a leggere la Bibbia e a dedicare la mia vita per gli altri. Capì che non sempre Dio risponde alle nostre preghiere come vogliamo noi ma non per questo il Suo Amore per noi si riduce. COSI' COME LUI E' ETERNO ANCHE IL SUO AMORE PER NOI E' ETERNO. Capì che accanto a tanti cristiani fasulli e superficiali ci sono anche quelli che amano Cristo al di sopra di tutto e tutti, servendolo come Egli è degno.
Sono passati venti anni da quella sera. Non mi sono mai pentita di aver dato la mia vita a Cristo. Oggi ho una famiglia meravigliosa, un marito dolcissimo con una pazienza immensa e dei figli che amano e servono Dio. Anche loro sono pienamente inseriti in una comunità evangelica dove l'amore di Dio non solo si predica ma soprattutto si pratica. Oggi vivo una vita serena ed equilibrata con la coscienza che OGNI COSA E' POSSIBILE A CHI CREDE.