lunedì 6 maggio 2013

Nei mesi successivi i dottori non poterono fare a meno di Stupirsi

Nel film" Affrontando i Giganti" c’è un personaggio di nome LarryChiders. E confinato su una sedia a rotelle a causa di una malattia nominata sclerosi multipla, ma la sua visione della vita e il suo livello di fede superano di gran lunga quelli di tanti uomini. Egli incoraggia il figlio anon darsi per vinto quando le... cose si fanno difficili e crede fermamente Dio può fare impossibile, Ecco la sua testimonianza raccontata dai figli che per’altro sono gli autori del film
Ricordiamo bene quel giorno del 1984 in cui, mentre ci preparavamo per andare a scuola, notammo che papà era ancora a letto. Non era da lui alzarsi per ultimo. Di solito a quell’ora era già pronto ad andare a lavorare in chiesa. “Oggi papà ha bisogno di riposare ancora un po”, ci disse a mamma. Ma la storia si ripeté il giorno successivo e a settimana successiva. Apprendemmo allora che a papà era stata diagnosticata una malattia che chiamavano sclerosi multipla. Cadde ben presto in depressione e noi cominciammo a renderci conto di quanto la sua condizione tosse grave.
Nei mesi immediatamente successivi papà lottò per comprendere ciò che Dio stava facendo e perché gli stesse succedendo questo. Il suo corpo cominciò a perdere colpì e in breve sperimentò di tutto, da un estremo torpore a un dolore lancinante, I medici gli prescrissero una serie di farmaci sperimentali, ma nessuna cura definitiva. Gli fu detto che nei prossimo futuro avrebbe potuto perdere la vista, l’udito o ritrovarsi paralizzato. La cosa non spaventò soltanto lui, ma anche noi. Mentre mamma pregava e cercava di tenerci occupati, papà scivolò silenziosamente nella depressione più cupa.
Quando un uomo si rende conto di non poter proteggere la sua famiglia o provvedere per essa come vorrebbe, gli succede qualcosa. La sua autostima cola a picco, seguita dal suo atteggiamento nei confronti della vita. L’apatia e la depressione prendono presto il sopravvento e la speranza gli viene lentamente sottratta. Adesso sappiamo che la più grande prova di fede ha luogo quando ci si sente abbandonati da Dio.
Dopo sedici mesi di lotta per comprendere la propria sofferenza, papà toccò il fondo. Un giorno, mentre noi eravamo a scuola e mamma era al lavoro, si inginocchiò accanto al letto e diede sfogo a tutta la frustrazione e la confusione che aveva dentro. Pianse a dirotto davanti al Signore e disse a Dio che rinunciava a cercare di comprendere. “Prendimi con te o guariscimi, ma non lasciarmi così! Non posso più sopportare questo inferno personale! Gesù, tu sei il mio Signore e tu puoi fare tutto, ma non so dove tu sia in questo incubo! Ho confessato ogni peccato che mi è venuto in mente e ti ho aspettato, ma tu sei rimasto in silenzio! Perché, Signore? Perché non mi aiuti? Non sei il Dio che guarisce? Non puoi allungare il braccio e tirarmi fuori da questo baratro?”
Aveva deciso di servire Dio con la propria vita e di amare la sua famiglia con tutto ciò che aveva. Aveva condotto una vita integra e onorevole per poi ritrovarsi in quelle condizioni e perdere inesorabilmente le forze in mezzo a indicibili sofferenze. Ma la sua preghiera non si era conclusa lì. Tra le lacrime e il tremore prese anche un impegno più profondo. “Gesù, sebbene io non comprenda, ti loderò comunque, che tu mi guarisca oppure no! Non mi aliontanerò da te!”
Molti uomini, quando vengono messi alla prova, non si aggrappano al Signore. Molti rinunciano. Ma nostro padre non è così. Egli si aggrappò con fede sorprendente a un Dio sorprendente che vuole che viviamo la nostra vita in completa dipendenza da lui. Fu allora, mentre papà era in ginocchio, che Dio gli manifestò la sua presenza dopo mesi di silenzio. Ricordò amorevolmente a papà che io amava, che era con lui e che non lo aveva mai abbandonato. Allora papà si alzò, si vestì e iniziò il resto della sua vita.
Una fede rinnovata
Nei mesi successivi i dottori non poterono fare a meno di Stupirsi. Sobbo ne papà non fosse completamente guarito, la malattia rallentò. ConIirìuivì
sperimentare bruciore e torpore, ma il suo atteggiamento cambio e il  morale migliorò.
Lo notammo tutti. Papà aveva qualcosa di diverso. Faceva tutlo (:io che era necessario per non mancare agli appuntamenti con la nostra scuola e agli eventi della chiesa, Pregava con un nuovo zelo e ci parlava del suo rinnovato impegno nei confronti di Dio. Eravamo sbalorditi.
Anche altri lo notarono. “Che cos’è successo a Larry Kendrick?” chiedevano. “Pensavamo che sarebbe peggiorato, non migliorato”. Ma a guarigione era fondamentalmente interiore. La sua fede in Dio non si basava più sulle benedizioni accordate da Dio, ma sul fatto che Dio è degno di lode e di adorazione a motivo di chi egli è e non soltanto per ciò che egli fa per noi.
Papà cominciò a prepararsi per il prossimo incarico da parte di Dio quando gli venne chiesto di insegnare nella scuola cristiana che Stephen e io frequentavamo. Subito dopo che ebbi conseguito il diploma, la scuola chiuse e centinaia di studenti non sapevano dove andare. Allora Dio diede a papà la visione di una scuola nuova e lui ci rese partecipi delle sue speranze al riguardo. “Serviamo un Dio che apre porte che nessun uomo può chiudere”, era solito ripeterci citando la Bibbia (Apocalisse 3:7). Ma sulla carta sembrava non avere senso! Aveva bisogno di insegnanti, strutture e fondi e di suo non aveva quasi niente! Ma credeva nella presenza di Dio in quel progetto ed era determinato a non darsi per vinto. Vedemmo papà fare ciò che adesso siamo soliti chiamare “preparazione in vista della pioggia”. Pregava e allo stesso tempo andava avanti per fede.
Nel 1989 fondò la Cumberland Christian Academy usando le strutture di una chiesa locale. Diversi insegnanti e ottantuno studenti si imbarcarono nel progetto e sebbene molti lo reputassero impossibile, la nuova scuola salpò.
Nel corso degli anni immediatamente successivi, la frequenza salì a quattrocento studenti e vennero inaugurati nuovi campus. Molti studenti si convertirono a Cristo e vennero incoraggiati a vivere con fede perseverante. li corpo di papà continuava a indebolirsi, ma la sua fede non faceva che crescere.
Oggi la scuola è al suo diciottesimo anno di vita e Larry Kendrick è ancora il preside e viaggia tra i vari campus parlando agli studenti, agli insegnanti e alle famiglie dalla sua sedia a rotelle motorizzata. Papà non riesce più a stare in piedi, ma continua a intercedere per noi e per i suoi tredici nipoti ogni giorno. Quando la gente nota il suo impegno per Dio e il suo atteggiamento positivo nonostante le dure sfide impostegli dalla malattia, comincia a considerare i propri problemi in maniera differente. Adesso ci rendiamo conto che proprio i suoi limiti fisici gli permettono di avere un maggiore impatto spirituale su tutti coloro con cui entra in contatto.
Le frecce di papà
Durante gli anni di papà a Cumberland, Shannon, Stephen e io completammo gli studi al college. Shannon andò a lavorare per la IBM, mentre Stephen e io frequentammo il seminario e rispondemmo alla chiamata di Dio al ministero a tempo pieno. Negli anni immediatamente successivi, Dio diede a ognuno di noi una moglie devota. Su nostra esplicita richiesta fu nostro padre a celebrare i matrimoni, dando a ognuno di noi un dono speciale. Di fronte ai familiari e agli amici ci impartì la sua benedizione di padre. Parlò del suo grande amore per noi e dell’accettazione incondizionata delle sue nuove figlie. Ci garantì la sua amicizia e il suo sostegno in preghiera per tutta la vita e disse che, come frecce del suo arco, ci scoccava nel mondo affinché facessimo la volontà di Dio. Ogni giovane dovrebbe sentirsi rivolgere queste parole dal padre. Fu uno di quei momenti indimenticabili che ci riempì completamente il cuore

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